Obama, ha dato il via alla “guerra dei bottoni”

La lunga Presidenza degli Stati Uniti d’America di Obama non sarà mai dimenticata, soprattutto e perchè è nata sotto la sua governance, la guerra del bottoni 2.0. Sì, quella guerra che invece oggi i populisti temono possa scatenare Donald Trump, del quale si temevano le dichiarazioni  durante la campagna elettorale. Ebbene quel tipo di combattimento l’ha introdotto proprio il suo predecessore, il democratico Obama. Ricorderete…. gli Usa cercavano di venir fuori da una crisi economica pesante in cui erano caduti, nata e propiziata da alcune speculazioni effettuate delle loro banche d’affari più importanti. Allora la ricetta di Mr Obama fu quella, (anche) dei tagli alle spese militari. Una scelta politica, che oltre a far risparmiare denari al governo statunitense, poteva garantire un aumento (così come fu) del consenso popolare, interno perchè prevedeva un imponente disimpiego delle truppe dello Zio Sam, con un conseguenziale risparmio di vite umane. Però per mantenere una presenza costante nelle zone di guerra occorreva una presenza massiccia e costante della prima potenza mondiale, i cui contractor hanno solitamente, a conflitto concluso, anche tutti gli accordi per la ricostruzione. Come ottemperare ad entrambi gli obblighi? … Facile la guerra con i droni. Soldati americani dalle loro basi, dotati di una consolle, come se stessero ad un video game, hanno bombardato e bombardano dall’alto il nemico, con un numero di vittime collaterali molto più alto che in passato. Tra gli obiettivi peinamenti raggiunti, dall’amministrazione democratica Obama, anche quello di svuotare i vecchi depositi di armi prodotti dall’industria bellicca USA, la più potente del Pianeta. In  previsone che possano essere nuovamente riempiti per la prossima guerra. In media gli USA ne combattono, in giro per il mondo, una nuova ogni 5 anni. La limitata presenza dei soldati americani, ha obbligatoriamente causato la compensanzione per le truppe mancanti, da parte degli altri stati della coalizione, che hanno dovuto aumentare il numero di militari e mezzi impegnati. Soluzione\obbligo che cosa che ha influlito su più fattori. Primo quello economico, costi maggiori soprattutto per gli stati europei, sia in termini economici che in termini di vite umane. Ma la conseguenza peggiore è stata quella di aver fatto individuare nitidamente, forse per la prima volta, agli occhi degli integralisti islamici, l’Unione Europea come un nemico infedele al pari degli USA. Però molto più debole, in quanto non ancora perfettamente organizzato riguardo la sicurezza globale, più vicino e più facile da colpire.  Questo spiega ampiamente il moltiplicarsi degli attacchi terroristici in Europa, divenuta agli occhi dei jihadisti un nemico militare al pari degli Stati Uniti. Ah per i populisti…. la lista dei 7 Paesi a rischio, da cui oggi Donald Trump ha bloccato provvisoriamente l’immigrazione, l’aveva stilata l’amministrazione Obama… lasciando “stranamente” fuori l’Arabia Saudita e si leggono i report della NSA sui fatti delle Torri Gemelle scoprirete il perchè….

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.