Il Fisco fa’ “l’occhiolino” ai paperoni esteri

Roma 18:20 – Il Fisco strizza l’occhio agli italiani residenti all’estero, o meglio a chi fiscalmente risiede in un’altro paese da almeno 9 periodi d’imposta, quindi 10 anni. Da oggi infatti, come viene riferito da Ansa.it, chi ha da molti anni una residenza estera e si sposta in Italia può scegliere di attivare la “flat tax sui Paperoni”. Ma cerchiamo bene di capire come funziona, L’agevolazione, prevista dalla ultima Legge di Bilancio, riguarderà solo chi è residente all’estero da almeno 9 periodi d’imposta negli ultimi 10 anni ed è facilmente attivabile: punta quindi agli stranieri e tiene fuori coloro che in questi anni si sono trasferiti dall’Italia all’estero. La convenienza, ovviamente, c’è soprattutto per coloro che hanno grossi patrimoni e redditi. Ma anche per chi ha famiglie numerose con guadagni a molti zeri: insieme al contribuente-Paperone infatti potranno beneficiare del fisco-forfait anche i familiari, pagando un ulteriore ‘gettone’ al fisco da 25.000 euro. Ad annunciare l’arrivo della nuova normativa è un comunicato dell’Agenzia delle Entrate che parla del nuovo regime sostitutivo sui redditi all’estero. ”L’opzione, introdotta con la Legge di bilancio 2017, prevede il pagamento di un’imposta forfettaria di 100mila euro per ciascun periodo d’imposta per cui viene esercitata  al fine di attrarre ed incentivare il trasferimento della residenza nel nostro Paese degli High net worth individual, ossia delle persone con un alto patrimonio. L’iter per poter usufruire di questa agevolazione forfait, sarà molto semplice e veloce, servirà solo  barrare l’apposita casella nella dichiarazione dei redditi. Ma per chi vuole avere certezze di rientrare nei criteri previsti può utilizzare la check list delle Entrate anche per presentare una specifica istanza preventiva di interpello alla Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate. La richiesta – spiega il comunicato delle Entrate – può essere consegnata a mano, tramite raccomandata con avviso di ricevimento oppure telematicamente, utilizzando la posta elettronica certificata. Nell’istanza il contribuente, oltre ai dati anagrafici, dovrà indicare lo ”status di non residente in Italia per un tempo almeno pari a nove periodi di imposta nel corso dei dieci precedenti l’inizio di validità dell’opzione”, ”la giurisdizione o le giurisdizioni in cui ha avuto l’ultima residenza fiscale prima dell’esercizio di validità dell’opzione” e ”gli Stati o territori esteri per i quali intende esercitare la facoltà di non avvalersi dell’applicazione dell’imposta sostitutiva”. Di certo per chi è un semplice e normale cittadino un trattamento così privilegiato non sembra per nulla giusto e consono dato che un semplice imprenditore paga normalmente allo stato circa il 70% del suo ricavo superando di molto i 100.000€ annui. E poi signori non dimentichiamo che siamo in Italia e basta che a un governo “salti la mosca al naso” per annullare dalla mattina alla sera queste “agevolazioni” basta vedere le famose agevolazioni per il fotovoltaico le quali addirittura sono state diminuite con effetto retroattivo. Quindi fosse lo scrivente un residente all’estero mi guarderei bene dal portare la residenza fiscale in Italia, troppe le incertezze e pochissime le sicurezze. Ed “IO Stato” se avessi veramente in testa il bene dell’italiano medio, penserei veramente ad un netto taglio dell’Irpef favorendo così non un migliaio di persone ma milioni.

banner

Recommended For You

About the Author: Carlo Viscardi