MN (RC): “Falcomatà gioca ancora una volta a scarica barile”

L’ennesima dubbia circostanza che coinvolge l’amministrazione comunale nel giro di pochi giorni, ci regala la consueta performance artistica del Sindaco Falcomatà. Dinanzi ad un’inchiesta che lancia ombre sull’operato del Comune circa la vendita di due particelle di territorio adiacente a Parco Caserta, il Sindaco tenta di scaricare le responsabilità verso altri, assurgendo ad unico paladino della giustizia, detentore di moralità da esportare in tutto il Mondo. Cade dalle nuvole Falcomatà: ancora una volta, l’ennesima. Come se fosse l’ultimo dei dipendenti del Comune, come se fosse l’ultimo a sapere le cose. Sfortunato il Primo Cittadino di Reggio Calabria ad inciampare sempre su bucce di banane…”messe a terra da altri”. E’ evidente che “il non poteva non sapere” è una teorema che non vale per tutti, certo non per Falcomatà al quale però bisogna ricordare che la sua Giunta (si la sua, non quella di altri) ha approvato lo delibera con lo schema di vendita di quella porzione di Parco Caserta. Ricordiamo quei tempi, le polemiche, la rabbia dei reggini che dovettero assistere inermi alla spoliazione di un bene pubblico per il profitto di privati. E ricordiamo bene, perché la memoria non ci inganna, che proprio alcuni Assessori (Zimbalatti e Muraca) della Giunta Falcomatà (si sempre quella, non altre…) dichiaravano fieri alla stampa come “la procedura sulla vendita di Parco Caserta fosse limpida e cristallina”. Infatti, a distanza di alcuni mesi, le procedure erano talmente limpide che la Procura ha deciso di aprire un’inchiesta. Non ci sostituiremo agli Organi competenti, non supereremo nell’egocentrismo i rappresentanti del Partito Democratico reggino sempre possessori di “verità assolute” (ne restano convinti), ma vogliamo aprire una questione politica chiedendo al Sindaco perché deliberò per la vendita di quella porzione di terreno. Uscire oggi, con un comunicato stampa nel quale sottolinea di aver chiesto “verifiche” su questa storia, rappresenta solo un tentativo, tardivo, di “lavata di coscienza” che bisticcia però con gli obblighi morali e politici di una guida importante quale dovrebbe essere quella di un Sindaco. Un Sindaco che da tre anni a questa parte o non sa mai nulla, o scarica le colpe ad altri o, ancora meglio, ripete il ritornello del “la colpa è di chi c’era prima”. Falcomatà si renda conto che il tempo dei giochi con i soldatini è finito da un pezzo.

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About the Author: Redazione ilMetropolitano