MNS, Aeroporto di Reggio Calabria: dalla crisi alle soluzioni

La crisi

  1. Il Piano Nazionale Aeroporti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Vengono individuati 10 bacini di traffico con 38 Aeroporti di Interesse Nazionale, tra cui l’Aeroporto dello Stretto (e il Sant’Anna di Crotone). L’Aeroporto di Lamezia Terme rientra, invece, tra quelli (12) che rivestono particolare rilevanza strategica. Durante l’esame definitivo dell’intesa, in sede di Conferenza Stato – Regioni, nessuno ha avuto cura di sottolineare la rilevanza strategica dell’Aeroporto dello Stretto, facendo leva, da un lato, sull’interesse interregionale dello scalo in risposta alla domanda di mobilità di una popolazione di oltre 1,5 milioni di persone residenti nelle provincie di Reggio Calabria e Messina (dal versante orientale fino a Santa Teresa di Riva a quello occidentale fino a Milazzo – Barcellona Pozzo di Gotto), incluse le Isole Eolie per cui il nostro Aeroporto costituisce la più funzionale connessione e, dall’altro, la sua “intelligenza logistica” espressa dall’inscrizione nell’Area Metropolitana Integrata dello Stretto. Il mancato riconoscimento della rilevanza strategica, unitamente alla assenza di qualsiasi progetto di sviluppo dell’Area dello Stretto all’interno di un piano di azione su scala interregionale non hanno consentito di: realizzare le reti e le infrastrutture di collegamento intermodali “acqua-terra” nella “Città dello Stretto”; negoziare il ruolo dell’Area Integrata dello Stretto nelle politiche di sviluppo del Mezzogiorno e dell’Italia; proporre il nostro Aeroporto come infrastruttura logistica e piattaforma strategica capace di connettersi ai principali corridoi intermodali nello spazio europeo e mediterraneo.

  1. Il Bando ENAC e la bocciatura del TAR

Il bando “configura” la subordinazione dell’Aeroporto dello Stretto a quello di Lamezia Terme, atteso che il “rango” del primo risulta inquadrato in una dimensione regionale e non in quella, più appropriata, interregionale. Il bando emanato per l’affidamento della gestione dei servizi aeroportuali, infatti, favorisce la società già operante nello scalo lametino (la SACAL). L’anomalia viene rilevata dai Comuni di Isola Capo Rizzuto e Crotone (soggetti istituzionali interessati alla gestione dello scalo pitagorico), che ricorrendo al TAR ottengono l’annullamento (per illegittimità) del bando di gara per violazione del principio fondamentale di pubblicità e trasparenza e per lesione del principio di concorrenza e par condicio a favore delle imprese piccole e medie; il bando, infatti, prevedeva un criterio di preferenza per la società che avanzava proposta di gestione di entrambi gli Aeroporti. La sentenza, in particolare, recita: “ENAC si è riservato un così ampio potere discrezionale, difficilmente sindacabile in concreto, tale da pregiudicare ex ante la consapevole partecipazione degli operatori che per dimensioni e capacità possano competere solo su uno dei lotti”. In questo modo, scrivono nella sentenza i giudici amministrativi, viene posto “un criterio preferenziale, in linea assoluta, per il livello quantitativo (ovvero la partecipazione per entrambi i lotti) rispetto alla qualità tecnica di ciascun offerta”. Queste due allarmanti questioni evidenziano una chiara ed ostile volontà politica tesa a marginalizzare la Città Metropolitana di Reggio Calabria e l’Area dello Stretto, nella quale si può e si deve trovare una prospettiva che proietti nella modernità.

  1. Il ritiro del ricorso da parte dei Comuni di Isola Capo Rizzuto e Crotone

Durante il tavolo interistituzionale tenutosi il 21 gennaio u.s. nel Palazzo della Prefettura di Reggio Calabria, viene annunciato il ritiro del ricorso da parte dei Comuni di Isola Capo Rizzuto e Crotone, la cui richiesta di annullamento del bando ENAC era stata accolta dal TAR. L’Aeroporto dello Stretto, pertanto, le cui uniche prospettive di reinserimento e di riposizionamento nell’Area dello Stretto erano legate alla opportunità di poter “disegnare” un originale assetto interregionale basato su una gestione condivisa tra Enti, Soggetti e Istituzioni delle sponde calabre e siciliane, si ritrova nuovamente “schiacciato” dallo scalo di Lamezia Terme rischiando una progressiva residualità e marginalizzazione nel contesto regionale e nazionale. La storia, come sappiamo, si ripete.

LA PROPOSTA

Altro che chiusura: si insedi a Reggio il Ministero per le Politiche del Mediterraneo. E’ necessario che la politica teorizzi una trasposizione, per elevare il rango del nostro Aeroporto nello spazio mediterraneo ed europeo. Lo scalo reggino esalta l’intelligenza geografica e territoriale di una città che deve proporsi gateway, come porta attraverso cui “catturare” e “diffondere” flussi materiali e immateriali, come nodo della rete e delle interconnessioni euro-mediterranee, trans-europee e pan-europee. Inscritto nell’Area Integrata dello Stretto il “Tito Minniti” ambisce a divenire l’infrastruttura logistica più baricentrica ed avanzata dell’Europa mediterranea. Reggio, nella sua plurimillenaria storia, ha sempre interpretato ed espresso un ruolo in seno al Mediterraneo: è stata il luogo del dialogo tra i popoli, di contatto tra le religioni, di scambio culturale e civile; Reggio è sede di una Università che non a caso è denominata “Mediterranea” e di una Università per Stranieri, peraltro l’unica del Mezzogiorno, che attrae centinaia di studenti da ogni parte del mondo. Reggio deve essere sede del Ministero per le Politiche del Mediterraneo e il nostro Aeroporto, pertanto, può divenire un “osservatorio”, la base logistica di supporto al Presidio Istituzionale, sia italiano, sia europeo, per la soluzione delle “instabilità” politiche e socio-economiche e per lo sviluppo economico e dei rapporti di collaborazione e di cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo, ed in particolare tra l’Europa comunitaria e i Paesi dell’Africa e del Medio-Oriente. Altro che chiusura! Si superi, quindi, la crisi e si cominci sin da subito a “disegnare” la strategia più appropriata ed efficace per assicurare all’Aeroporto dello Stretto il rango di infrastruttura irrinunciabile e strategica della Città Metropolitana, della Calabria e del Mezzogiorno. Reggio non può rinunciare alla sua continuità territoriale; la Città non può permettere che si aggravi la sua condizione di isolamento, a cui si aggiungerebbero i danni all’indotto, il crollo dei livelli occupazionali (anche per gli stessi dipendenti Alitalia che vantano una formazione professionale di altissimo livello), la chiusura degli esercizi commerciali e dei servizi che “dipendono” dall’attività aeroportuale (taxi, bar, alberghi, ristoranti, autonoleggi, servizi di rifornimento carburante, etc.). Esprimiamo profonda preoccupazione per lo stato di precarietà che continua a regnare sulla questione dell’Aeroporto dello Stretto, sempre in bilico e sottomesso a disegni e strategie assenti o comunque deludenti. L’incertezza che affligge lo scalo reggino è dovuta soprattutto all’assenza di una visione strategica che ha caratterizzato il dialogo tra Alitalia e la nostra classe dirigente. E’ indispensabile riattivare da subito i voli per e da Roma e Milano negli orari previsti fino a una settimana addietro, per venire incontro alle legittime esigenze delle categorie professionali, dei malati, dei lavoratori pendolari, degli imprenditori. In questo modo, infatti, si consentirebbe di ripristinare la normale attività lavorativa di quanto hanno necessità di spostarsi nella Capitale e a Milano per rientrare nella stessa giornata. Non possiamo, inoltre, correre il serio rischio che la diminuzione dei voli così come imposto possa determinare la perdita anche di un solo posto di lavoro. Il nostro Aeroporto, nel corso dell’anno 2016, tra partenze e arrivi ha mobilitato circa 500.000; l’indice di riempimento dei voli ha superato l’80% collocando il nostro scalo ai primi posti della classifica nazionale. Il nostro Aeroporto, con convenienza territoriale, è inscritto nella dimensione dello Stretto, del Mediterraneo e dell’Europa; per questo motivo ambisce a svolgere una funzione di scambio e di connessione materiale e immateriale proponendosi come snodo di flussi e di trasporti, come infrastruttura logistica che bene può inserirsi nella rete delle traiettorie commerciali e dei principali corridoi intermodali euro-mediterranei. Il nostro Aeroporto, pertanto, può essere funzionale al Sistema Italia e al Mezzogiorno in quanto “piattaforma strategica” all’interno dello spazio europeo e mediterraneo.

Il nostro Aeroporto esige interventi di completamento della dotazione tecnologica per rispondere alle istanze di servizi alla mobilità e alla persona per un bacino potenziale di oltre 1,5 milioni di abitanti che popolano le province di Reggio Calabria e Messina, incluse le Isole Eolie per cui il nostro Aeroporto costituisce la più funzionale connessione. La “catchment area” del nostro Aeroporto può aumentare attraverso la valorizzazione della rete e delle principali infrastrutture di collegamento (stazione ferroviaria, pontile per gli aliscafi, Ferrovia Jonica, SS 106, ecc.).

AUSPICHIAMO CHE LA CITTADINANZA, LE RAPPRESENTANZE E LE ESPRESSIONI ISTITUZIONALI, POLITICHE, ASSOCIAZIONISTICHE E CATEGORIALI ELEVINO L’ISTANZA DI SALVEZZA DELL’AEROPORTO DELLO STRETTO, AFFINCHE’ VENGA RICONOSCIUTO L’INTERESSE INTERREGIONALE DEL “TITO MINNITI”

Il collegamento intermodale “acqua-terra-aria” è funzionale alla continuità territoriale della “Città dello Stretto”. Il riconoscimento dell’Area Metropolitana di Messina non facilita la creazione di un’Area Metropolitana dello Stretto, poiché i vincoli stabiliti dalla Legge Regionale n. 9/1986 escludono ogni possibilità di coinvolgimento di comuni che non appartengano al territorio messinese, e soprattutto con i quali non vi sia continuità territoriale. La questione del “collegamento tra le due sponde”, pertanto, costituisce il nodo centrale per la creazione della “Metropoli dello Stretto”. Nonostante la mancanza di una continuità territoriale, tuttavia, le relazioni storiche, culturali, economiche e sociali esistenti tra le due sponde confermano una realtà metropolitana che di fatto esiste e che necessita di una gestione efficace per il futuro delle Città di Reggio e Messina. In questa ottica, una classe politica accorta e capace di programmare i processi di crescita dei nostri territori e una efficace utilizzazione di ingenti risorse finanziarie resesi disponibili nell’ambito dei fondi PON Metro e dei Patti per le Città di Reggio Calabria e Messina, avrebbe dovuto destinare consistenti risorse a supporto della creazione di nuove rotte, dell’arrivo di nuove compagnie, e per meglio razionalizzare, potenziare e rendere efficiente il sistema dei trasporti sullo Stretto, anche in funzione delle Isole Eolie e di Taormina. Va dunque riconosciuta la rilevanza strategica dell’Aeroporto dello Stretto e del suo interesse interregionale. La realizzazione di un progetto di sviluppo dell’Area dello Stretto all’interno di un piano di azione su scala interregionale consentirebbe, infatti, di realizzare le reti e le infrastrutture di collegamento intermodali “acqua-terra” funzionali alla “continuità territoriale della “Città dello Stretto”, nel cui ambito il nostro Aeroporto costituisce la più funzionale connessione e “intelligente” piattaforma logistica. La implementazione del sistema dei trasporti tra le due sponde garantirebbe la continuità territoriale tra Reggio e Messina e rafforzerebbe l’auspicabile formale istituzionalizzazione di una legge costituzionale per superare i limiti della legge regionale siciliana. Purtroppo, la prolungata assenza di visione da parte delle classi dirigenti siciliane e calabresi ha comportato l’erronea identificazione della dimensione culturale metropolitana esclusivamente con la sua impronta terrestre; questo breve tratto di mare tra Reggio e Messina è stato difatti considerato come un elemento separatore e ciò ha generato – e, se non si interverrà in tempo, genererà – gravi deformazioni nell’accoglimento delle domande dei servizi, della mobilità e dei trasporti dell’Area dello Stretto, soffocandone la prospettiva di sviluppo. La elaborazione del Piano Strategico della Città Metropolitana di Reggio, quale strumento capace di rispondere ai problemi di interpretazione ed integrazione degli elementi culturali, spaziali, economici e sociali, consentirebbe, inoltre, di comprendere su quali fattori di metropolizzazione progettare il futuro dell’Area. Ribadiamo che l’Aeroporto dello Stretto è una infrastruttura logistica ed una piattaforma strategica capace di connettersi ai principali corridoi intermodali nello spazio europeo e mediterraneo; il suo interesse interregionale sia il pretesto per realizzare, in pochi mesi, la facile continuità territoriale tra le due sponde. Chiediamo, infine, che queste prerogative siano inscritte nel Piano Strategico di cui Reggio dovrà dotarsi, auspicando che esso sappia integrarsi nella dimensione liquida e terranea dell’Area Integrata dello Stretto.

comunicato stampa  –  Movimento Nazionale per la Sovranità

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