Le indagini della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato hanno consentito di ricostruire nei minimi particolari i movimenti dei sodali attraverso le immagini registrate dalle telecamere installate lungo i percorsi stradali che conducevano al covo del latitante in Rosarno, laddove P.M. è stato localizzato e arrestato l’1 dicembre 2016 all’esito di un blitz curato in ogni dettaglio. L’analisi degli spostamenti effettuati da S.F. e dagli altri fiancheggiatori, tratti in arresto nel corso della notte, sempre con particolari modalità esecutive ed accortezze, consentiva agli investigatori della Polizia di Stato di comprendere che egli aveva assunto un ruolo sempre più importante nella gestione della latitanza di P.M., di cui eseguiva gli ordini. Sempre attraverso la collocazione delle telecamere di sorveglianza altamente sofisticate, gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno individuato l’intero e composito gruppo di fiancheggiatori del latitante P.M.. Le autovetture in uso ai favoreggiatori sono state riprese dalle telecamere della Polizia di Stato mentre percorrevano la strada che conduceva all’abitazione all’interno della quale è stato localizzato e catturato il latitante. Fra gli arrestati dell’Operazione “Recherche” figura P.R., figlio di P.M., componente del primo livello della filiera di comunicazione con il latitante. Era P.R. che, seguendo le direttive del padre, si occupava del controllo e del coordinamento delle attività delittuose, teneva i rapporti con gli altri affiliati e con gli esponenti di vertice di altre cosche, gestiva alcune aziende agricole, un centro scommesse intestati a prestanomi e un fiorente traffico di sostanze stupefacenti. Beni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro sono stati sequestrati dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coadiuvati dai poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Si tratta di otto società operanti nel settore agrumicolo e del trasposto merci per conto terzi, con i relativi patrimoni aziendali (beni mobili ed immobili, crediti, articoli risultanti dall’inventario, beni strumentali, denominazione aziendale, avviamento, conti correnti, nonché tutte le licenze e/o autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle Autorità competenti. Sequestrati anche 44 trattori stradali, rimorchi e semirimorchi utilizzati dalla cosca per il trasporto di agrumi e kiwi da Rosarno al Centro e Nord Italia. Le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno portato alla luce alcuni disaccordi nella gestione del trasporto degli agrumi per conto di alcuni produttori di Rosarno, sorti tra le articolazioni della cosca P. facenti capo da un lato al latitante P.M. e dall’altro a quella di P.V. inteso u pacciu (già detenuto), i cui interessi erano curati dai figli S. ed A.. Alla base delle frizioni, la rivendicazione dei figli di V.P. della gestione del trasporto, con mezzi propri o delle società ad essi riconducibili, degli agrumi prodotti nelle aree ricadenti sotto la loro influenza criminale. Le indagini finalizzate alla cattura del latitante P.M., hanno altresì portato alla luce un articolato traffico di sostanze stupefacenti sull’asse Rosarno, Cosenza e Catania, riscontrato da alcuni sequestri, fra i quali uno di 67 Kg di marijuana effettuato nel 2015 agli imbarcaderi di Villa San Giovanni (RC), che ha portato all’arresto dell’autista di un autocarro – un catanese di 34 anni – all’interno del quale le droga era stata occultata per essere trasportata in Sicilia.
comunicato stampa – Questura di Reggio Calabria, 4 aprile 2017