Oggi nel tardo pomeriggio si è tenuto il tanto atteso sit-in di fronte alla sede dell’Agenzia dei Beni Confiscati alla Mafia, promosso dal Movimento Nazionale per la Sovranità, ma di fatto aperto nella partecipazione a tutti i cittadini alle associazioni ed ai partiti indipendentemente dallo schieramento politico. Si era in quel posto solo per rivendicare la necessità che Reggio Calabria non venga ancora una volta spogliato di un bene funzionale e senza un preciso trasparente motivo valido. A ringraziare gli oltre 150 intervenuti i vertici locali del Movimento Nazionale Franco Germanò ed Ernesto Siclari. I due insieme al sindacalista Lorenzo Federico hanno messo in luce i motivi della protesta. L’Agenzia dei Beni Confiscati riveste un ruolo fondamentale per la rappresentazione della presenza delle istituzioni sul territorio reggino, è una conquista ottenuta durante il governo Berlusconi è un presidio di legalità per uno Stato che fino al quel momento si era occupato molto dei problemi di Reggio Calabria. Domani alla Camera si voterà un pacchetto leggi nelle quali è prevista lo spostamento della sede principale dalla città dello Stretto a Roma. Tutto ciò nell'”assordante” silenzio dei rappresentanti politici reggini che siedono negli scranni del Parlamento Italiano come fa notare Franco Germanò che ha tenuto a ricordarne i nomi affinché un domani i reggini si ricordino di coloro i quali si sono interessati poco o troppo poco o addirittura per nulla in una vicenda che potrebbe essere l’ennesima umiliazione per un territorio già mortificato dalla presenza della ‘Ndrangheta. Inoltre ha avanzato la proposta che tutti i rappresentanti romani di Reggio domani si “incatenino” in Parlamento sino a quando non verrà accolto l’emendamento per far rimanere la sede dell’Agenzia dove oggi si trova. Poco prima Ernesto Siclari, ribadendo l’insussistenza di motivi reali per giustificare un tale spostamento, ha puntato il dito contro il Sindaco reo a suo avviso di essere stato poco incisivo in una vicenda che in fin dei conti è stata proposta da gente eletta nelle file del suo partito e contro cui ieri lo stesso Falcomatà si è mosso. Forse troppo tardi, il suo ruolo prevede tutta una serie di strumenti (delibere e atti pubblici) con i quali avrebbe potuto e dovuto mettersi di traverso nei confronti di una decisione che nessuno riesce a spiegarsi. Entra nello specifico della vicenda il dirigente sindacale Lorenzo Federico il quale mette in luce tutta una serie di problemi, assolutamente non secondari, che deriverebbero dallo spostamento dell’ Agenzia. Si tratta non solo di problemi logistici ma anche di carattere prettamente lavorativo che potrebbero trasformarsi in ritardi ed “invoca” l’intervento del Ministro dell’Interno Marco Minniti anch’egli reggino. Non è passata sicuramente indifferente la presenza tra gli altri dell’ex-governatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, il quale assalito dai media, ha più volte messo in evidenza la necessità delle istituzioni reggine di farsi valere nella Capitale tra l’altro di fronte ad un Governo a loro amico. ” La considerazione che il Governo centrale aveva nei confronti della “mia” Reggio Calabria era molto diversa qualche anno fa. Ma qualora fosse accaduta la stessa vicenda avrei chiamato i rappresentati reggini del mio partito a Roma e li avrei “costretti” a prendere le difese del loro territorio così come i rappresentanti del Governo; potrebbe già essere troppo tardi per evitare quest’ennesima prevaricazione ma quello che fa più rabbia è che parte della cittadinanza reggina incredibilmente tace…”. Si deve quindi attendere domani quando si concluderà l’iter alla Camera e il procedimento proseguirà in Senato, nella speranza che il Governo non ponga la fiducia perchè a quel punto non potrebbero essere più inseriti emendamenti.
Fabrizio Pace