Marocchino di Sesto san Giovanni aveva in progetto di fare un attentato al centro commerciale di Arese

Milano 09:20 – Luca Rossi, questo lo pseudonimo con cui girava il web, il marocchino arrestato a maggio dello scorso anno perché stava progettando un attentato al nuovo centro commerciale di Arese. Come riferisce IlGiornali.it,  i progetti criminali di cui la Digos aveva trovato tracce esplicite nei suoi computer erano stati interpretati come fantasie o poco più, ma ora N.B. (usiamo solo le iniziali del suo nome) è sotto processo davanti alla Corte d’assise, e la sua radiografia di terrorista ne esce disegnata con dettagli ben più allarmanti. In aula, la poliziotta che per molti mesi ne aveva seguito i movimenti, racconta che l’attentato al centro commerciale non era solo una chiacchiera. B. che in quel megacentro ha lavorato come cuoco, fa un sopralluogo, ne analizza la logistica, le misure di sicurezza. E il rapporto sulla sua visita lo mette nero su bianco e lo invia a un indirizzo in Siria, nel cuore di quello Stato islamico da cui riceveva istruzioni e ordini, e cui inviava ogni mese i finanziamenti che raccoglieva negli ambienti milanesi dell’estremismo: una media di 6mila euro al mese, utilizzati per fornire di armi al Califfato.  A rendere attuale l’allarme sul ruolo di B. è la testimonianza che il vicequestore Villa, dirigente della sezione antiterrorismo della Digos, ha reso il 16 maggio davanti alla Corte d’assise milanese dove ha raccontato come l’uomo, arrivato in Italia da bambino e fino al 2012 apparentemente tranquillo e integrato, era entrato in contatto, tra il 2012 e il 2014 a Dinslaken, con la colonia jihadista di stanza in Germania, compresi un folto gruppo di correligionari poi partiti per il fronte siriano; e di come, rientrato in Italia, aveva continuato a svolgere il ruolo di propagandista e organizzatore appreso in Germania, mantenendo i contatti con i foreign fighter e inviando loro aiuti in continuazione. Lo pseudonimo di Luca Rossi veniva utilizzato da B. per le sue conversazioni su Telegram, il sistema di messaggistica che permette di inviare messaggi che si autodistruggono dopo essere stati letti. La Digos era arrivata sulle sue tracce, B. era stato interrogato, subito dopo aveva deciso di abbandonare il nickname di Luca Rossi e si era fatto spiegare dai suoi contatti nello Stato islamico come blindare ulteriormente la sicurezza delle comunicazioni: gli stessi contatti cui inviava i soldi, e cui aveva trasmesso il rapporto sul sopralluogo al centro commerciale. In attesa di ordini.

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About the Author: Carlo Viscardi