Bancarotta Comuni: ogni 12 giorni ce n’è uno

“ll paradosso in base al quale a causa di una serie di formalismi i Comuni in predissesto che stanno attuando comportamenti virtuosi sono più penalizzati di quelli in dissesto. Per questo serve una revisione organica della materia che da un lato obblighi i Comuni spendaccioni a cambiar strada ma al tempo stesso consenta di aiutare gli enti che stanno cambiando strada rispetto agli errori del passato. Spero tanto che prima che si chiuda la legislatura si possa trovare una soluzione”. E’ una parte estratta dal virgolettato di Enzo Bianco (sindaco di Catania che presiede anche il Consiglio nazionale dell’Anci) in un articolo di Paolo Boroni su LaStampa.it, nel quale si tocca il dolente punto dei comuni in bancarotta o che vi si avvicinano pericolosamente. In base ai dati durante i primi 5 mesi del 2017 sono già state avviate 12 nuove procedure di predissesto, una media spaventosa di uno ogni 12 giorni. Sono oltre cento Comuni in dissesto e altri 163 sotto tutela. E’ una situazione che riguarda a macchia di leopardo, tutta la Penisola e addirittura adesso potrebbe coinvolgere pure la Capitale. Anche se la concentrazione maggiore di enti”non virtuosi” riguarda i centri meridionali, sono infatti per 68,7% localizzati nel Sud Italia i Comuni in serie difficoltà economche. Tra questi due grandi città come Napoli e Catania e ben 9 capoluoghi di provincia: Savona, Pescara, Rieti, Benevento, Caserta, Foggia, Cosenza, Reggio Calabria e Messina. Questi enti, in virtù della legge entrata in vigore nel 2012, sono riusciti ad evitare il dissesto vero e proprio utilizzando un contributo dello Stato arrivato tramite un fondo di rotazione che consente loro di evitare la bancarotta e continuare a pagare stipendi ed erogare servizi. Sottoponendoli però ad un severo piano di riequilibrio che significa spese pubbliche ridotte al necessario indispensabile. Dai dati si evince quindi un problema economico di carattere nazionale che trova la sua origine più nel taglio effettuato sull entrate da incassare ad opera dello Stato, deciso anni fa, che dall’incapacità politica di chi li ha governati o li governa.

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