Gianni Alemanno:”Inaccettabile è il contenuto che cancella la verità storica accertata dalle sentenze del Tribunale di Roma”

E’ una furia il Segretario del Movimento Nazionale, Gianni Alemanno,  presente in studio nella trasmissione della Rai, di qualche giorno fa, durante l’invio in onda del Docufilm “I 1000 giorni di Mafia Capitale” . Un video che racconta, a “modo” dei suoi autori, le vicende dell’inchiesta su Roma nella quale è stato anche coinvolto lo stesso Alemanno all’epoca dei fatti sindaco della Capitale. Il segretario de MNS, ha dato vita in studio ad una vivace discussione\contestazione con la conduttrice del programma in onda su RAI 3, la giornalista Federica Sciarelli. Il tutto è scaturito nel merito della ricostruzione fornita su parte degli accadimenti di Mafia Capitale, poi smentita nei fatti dalle sentenze, sicuramente nella parte che riguarda Alemanno, per il quale, occorre ricordarlo, è stato definitivamente archiviato, il 07\02\2017, dal giudice delle indagini preliminari Flavia Costantini, il reato di associazione mafiosa.  Qui di seguito quanto scritto sulle pagine social ufficiali di Alemanno: “Ho dato mandato ai miei legali di presentare denuncia per diffamazione a mezzo stampa agli autori e ai produttori del Docufilm “I mille giorni di Mafia Capitale” trasmesso ieri dalla terza rete della Rai. Questa produzione, particolarmente nella puntata tramessa ieri sera, ha chiaramente travisato i fatti, ignorando le risultanze della sentenza del Processo su Mafia Capitale e il proscioglimento da ogni reato associativo che è stato richiesto e ottenuto nei miei confronti dalla Procura di Roma. Il Docufilm è tutto proteso a ribadire in modo dogmatico il vecchio teorema “fascio-mafioso”, secondo cui i reati riscontrati nel suddetto processo erano ascrivibili all’intreccio tra un’associazione mafiosa e l’ambiente della destra romana, presentato come un’unica realtà mischiando esperienze in realtà profondamente diverse e totalmente conflittuali. Queste tesi sono state smentite dal numero preponderante di persone di sinistra coinvolte in quelle vicende – guidate da due esponenti di spicco del PD romano come S. B. e L. O. – e dalla sentenza del Tribunale di Roma che ha cancellato ogni forma di aggravante mafiosa. Non solo: la mia figura come Sindaco di Roma viene presentata come centrale in questo contesto, nonostante il pieno proscioglimento già ottenuto. Tutto questo è ancora più intollerabile se si considera che questo lavoro è una coproduzione di Rai Fiction ed è stato trasmesso in una rete del servizio pubblico. Per questo motivo ho chiesto ai parlamentari della Commissione Vigilanza Rai di presentare un’interpellanza contro questo uso fuorviante e politicamente tendenzioso del servizio pubblico. Sono tre anni che sono sottoposto alla gogna mediatica per reati che sono stati perpetrati anche a mio danno come politico e cittadino, speravo che tutto questo finisse almeno dopo il proscioglimento, ma devo constatare che proprio la Rai si fa protagonista della continuazione di questo vergognoso progetto che oggi risulta offensivo non solo per città di il sottoscritto e per la destra politica, ma anche per il lavoro della Magistratura e per tutta la Città di Roma. La denuncia è stata presentata contro le società di produzione RAI FICTION e MAGNOLIA Spa, contro i registi C.C. e G.G., contro gli autori C.C., C.B. e G.B., nonché contro tutti i Dirigenti Rai responsabili della messa in onda del Docufilm “I mille giorni di Mafia Capitale”.  Alemanno ha poi tenuto a precisare, “tranquillizzando” così l’USIGRAI che nonostante non abbia particolarmente apprezzato la conduzione della trasmissione, il mandato ai suoi legali non riguarda la Sciarelli, scrivendo ancora un altro post a dir poco pungente nei confronti del servizio pubblico televisivo italiano: “è inaccettabile è il contenuto di una produzione che cancella la verità storica accertata dalle sentenze del Tribunale di Roma nonché dal proscioglimento che la Procura ha chiesto e ottenuto nei miei confronti rispetto a tutti reati associativi. Lo scandalo è questo modo di utilizzare il servizio pubblico per diffondere teoremi ormai storicamente e giudiziariamente destituiti di ogni fondamento. Io sono sicuro che la magistratura anche questa volta mi darà ragione condannando autori e produttori del Docufilm. Per quanto riguarda Usigrai invito ad essere più seti e attenti nel difendere la categoria dei giornalisti“. Occore ricordare a tal fine, il buon “uso” di non commentare, interpretare o discutere le sentenze.

 

 

Fabrizio Pace

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