La Guerra dei Murazzi

Tre sono le regole per vivere bene: non oziare, non incolpare, non lamentarti. Lo scrive Enrico Remmert nel suo ultimo libro La guerra dei Murazzi (pp.208 €. 16,50) edito da Marsilio. Quattro racconti che ci conducono dai Murazzi di Torino al Malecòn de L’Avana. Tanti i protagonisti: impossibile descriverli tutti. Da Manu, barista in un locale dei Murazzi, a Florian, buttafuori albanese, arrivato in Italia nel 1991 a bordo della nave “Vlora”. La loro bella e….storia d’amore intenerisce il cuore. Florian racconta a Manu lo stupore degli albanesi guardando la pubblicità del cibo per i gatti nella televisione italiana. Pensarono che esiste un paese così ricco da dare la carne ai gatti. Attorno a loro la variegata umanità che gravita sui locali affacciati lungo il Po. Sullo sfondo: Torino (Via Maria Cristina, il Monte dei Cappuccini, Porta Nuova, il Valentino). Pagine da ascoltare; come dice Manu “faccio la barista, so ascoltare, non senti che questa città è speciale? è un luogo magico, questo fiume è speciale”. Tutto innaffiato da gin-tonic. Mentre il rum Havana Club accompagna il Grosso e suoi amici a Cuba per affari. Attorno a loro: turisti sottonutriti del sesso; giovani e belle ragazze; guide turistiche; El Jefe, un santero; un ragazzo con la maglia dell’Inter ma tifoso del Milan di Van Basten. Pellegrinaggio dovuto a La Bodeguita del Medio e a El Floridita. Tenendo sempre ben presente l’insegnamento di Ernest Hemingway: “My mojito a La Bodeguita. My daiquiri in El Floridita”.

Tonino Nocera

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