Reggio Calabria, il Presidente Martino sullo sfruttamento della prostituzione: «Regolamento comunale reggino più avanzato dell’ordinanza di Firenze»

“Ho letto con vivo ed approfondito interesse le sollecitazioni pervenute da un organo di stampa locale, successivamente riprese dall’Associazione ReggioNonTace, da sempre attenta e partecipe nelle dinamiche civiche e sociali presenti sul nostro territorio, circa l’ipotesi di emissione, nella città di Reggio Calabria, di un’ordinanza sindacale, mutuata da quella recentemente emanata dal sindaco di Firenze, che vieti la contrattazione di prestazioni sessuali in cambio di denaro sul territorio cittadino”. E’ quanto scrive in una nota il Presidente della Commissione Statuto e Regolamenti del Comune di Reggio Calabria Demetrio Martino. “L’argomento – scrive Martino – risulta a mio parere di estrema attualità soprattutto per l’enorme rilevanza sociale che la tematica riveste, ancor più oggi che in molte città italiane ed europee, l’odioso fenomeno della prostituzione, purtroppo anche minorile, pare essere addirittura aumentato, in mano ad individui senza scrupoli, spesso legati ai traffici della criminalità organizzata, che sfruttano per biechi interessi personali, enormi sacche di disuguaglianza e di degrado sociale, spesso acuite dall’aumento dei flussi migratori”. “Si tratta di una condizione assolutamente inaccettabile – prosegue il Presidente – che viola le più basilari norme in tema di protezione dei diritti e della dignità della persona umana. Sarà capitato a tutti di passare nelle ore serali in alcune aree della nostra città, e di notare le povere vittime di questo barbaro commercio, attendere sul ciglio della strada l’adescamento di un potenziale “cliente” cui offrire una prestazione sessuale in cambio di denaro. Un fenomeno scabroso che si ripete in maniera pedissequa praticamente in tutti i centri urbani, soprattutto i più grandi, d’Italia e d’Europa, e che investe, o quantomeno dovrebbe investire, la coscienza di ognuno di noi, interrogando la nostra morale di esseri umani, ancor prima che di cittadini e, nel mio caso, di rappresentanti della pubblica amministrazione”. “La riflessione proposta negli ultimi giorni sulla stampa in effetti ci offre l’occasione di ricordare il lavoro portato avanti dall’Amministrazione Falcomatà negli ultimi anni sulla spinosa tematica dello sfruttamento della prostituzione. Tra le tante emergenze affrontate a Palazzo San Giorgio a partire dall’insediamento del Sindaco Falcomatà e dell’intera sua maggioranza, la tematica dello sfruttamento mercificatorio del corpo femminile, salita agli onori della cronaca negli ultimi giorni, è stata anch’essa attenzionata”. “Risale infatti al 13 ottobre del 2015 la delibera n° 49 licenziata dal Consiglio Comunale reggino che introduce il nuovo regolamento, attualmente in vigore, per la Polizia Urbana della Città di Reggio Calabria. Un documento che la Commissione Statuto e Regolamenti, da me presieduta, aveva lungamente dibattuto ed affinato, nei mesi precedenti, prima che il testo venisse affidato all’esame della massima assise democratica cittadina. Il documento, per il quale abbiamo ricevuto il plauso da parte di diverse istituzioni ed Enti, al suo articolo 28, contiene espressamente delle indicazioni, assolutamente pertinenti ed approfondite, che esprimono in maniera perentoria il divieto assoluto di contrattazione di prestazioni sessuali a pagamento sul territorio comunale”. “Nello specifico la norma comunale prevede che sia fatto divieto ai conducenti dei veicoli di procedere lentamente, di rallentare, di accostarsi o fermarsi in prossimità di soggetti che appaiono dediti all’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, al fine di “chiedere informazioni, contrattare, concedere ospitalità a bordo del proprio autoveicolo, concordare prestazioni sessuali a pagamento”, facendo salire o scendere gli stessi soggetti dal proprio autoveicolo ed estendendo tale violazione anche “a carico della persona che, a piedi e nei luoghi sopra richiamati, si ferma, contratta o concorda prestazioni sessuali a pagamento con soggetti che esercitano attività di meretricio”. La ratio della norma in sostanza è quella di punire il “cliente” che alimenta la pratica dello sfruttamento e di tutelare, per quello che è possibile sul piano della repressione, la vittima”.“Senza voler nulla togliere alla scelta effettuata dal sindaco della Città di Firenze, che ha inteso affrontare la tematica attraverso una specifica ordinanza sindacale ai sensi del Decreto Legislativo 267 del 2000 Testo Unico degli Enti Locali per provvedimenti contenibili ed urgenti, è utile precisare che la nostra città, praticamente due anni prima rispetto a quanto avvenuto a Firenze, ha provveduto ad affrontare la medesima tematica, attraverso uno strumento a parer mio più efficace rispetto all’ordinanza sindacale, la cui applicazione, per la stessa natura straordinaria del provvedimento , sarebbe riservata a questioni limitate nel tempo e strettamente legate ai concetti di contingibilità ed urgenza. Al contrario, il nostro regolamento, sollecitato dal Sindaco Falcomatà e dalla Giunta comunale reggina, dibattuto dalla Commissione e successivamente dal Consiglio comunale che lo ha definitivamente licenziato, consegna alla questione un carattere più strutturale, definitivo, non legato ad aspetti di natura temporale, e diventa fonte normativa fondante dell’ordinamento comunale, individuando, anche sul piano delle sanzioni, specifiche pertinenze che nulla hanno da invidiare all’ordinanza di Firenze, anzi”.“Con questo non intendo affermare che il nostro Comune non abbia nulla da imparare dalle esperienze amministrative positive che possono rappresentare un riferimento, in termini di giurisprudenza, sui provvedimenti da adottare. Anzi, osservare ciò che avviene intorno a noi spesso è molto utile ad orientarci, soprattutto nelle scelte più complesse, ma ritengo che l’azione politica ed amministrativa di un Ente debba essere intesa come un processo scrupoloso, attento, molto serio, che non può in alcun modo permettersi di inseguire la mediaticità di un provvedimento che, seppur legittimo, non appare propriamente calzante, per i motivi che ho espresso, rispetto alla necessità segnalata”.“Condivido dunque – conclude Martino – in linea generale, l’appello lanciato all’Amministrazione comunale reggina circa la necessità di porre un argine repressivo alla problematica dello sfruttamento sessuale, al fine di tutelare i diritti e la dignità delle povere vittime, schiave di quest’assurda pratica. Ed è proprio per questo che il Comune di Reggio Calabria, attraverso la sua massima assise se ne è occupato in tempi non sospetti, licenziando il regolamento, l’atto evidentemente più appropriato ad affrontare la questione, ormai quasi due anni fa”.

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About the Author: Sonia Polimeni