Trump e la nuova strategia USA contro l’Iran

Washington – L’amministrazione Trump ha annunciato una «nuova strategia» contro l’Iran.”È tempo per il mondo intero di unirsi a noi nel chiedere che il governo iraniano metta fine al suo perseguimento di morte e distruzione” – è l’appello lanciato dal presidente USA in merito all’accordo sul nucleare siglato nel 2015 tra l’ Iran e le sei grandi potenze internazionali. L’amministrazione Trump non ripeterà gli errori di quella Obama.

Per il tycoon, quell’accordo è “una delle peggiori e più sbilanciate transazioni che gli Stati Uniti abbiano mai intrapreso”.La mossa di Obama è costata  molto all’America: Se da una parte gli ha assicurato una de-escalation nucleare nella regione, dall’altra gli ha però alienato le simpatie di storici alleati come Israele e Arabia Saudita, consentendo ad altre potenze di interporsi come punto di riferimento in quel quadrante geopolitico.Se l’amministrazione americana non riuscirà a raggiungere un’ intesa con il Congresso e con gli alleati sulla questione Iraniana “allora l’accordo verrà cancellato”.Per la Casa Bianca, l’Iran ha violato più volte l’accordo sul nucleare,in più resta il maggior sponsor del terrorismo e sostiene Al Qaeda, Hamas e altre reti terroristiche.

Ecco su cosa punta  la nuova strategia USA: 1.neutralizzare l’influenza destabilizzante del governo iraniano e contenere la sua aggressione, in particolare il suo supporto per il terrorismo e i militanti». 2.«rivitalizzare tradizionali alleanze e partnership regionali come baluardo alla sovversione iraniana e ripristinare un più stabile equilibrio di potere nella regione».3 «negare al regime iraniano, e specialmente al Corpo della guardia rivoluzionaria islamica (Irgc) , i fondi per esercitare  le sue attività  e per opporsi alle attività dell’Irgc che sottrae la ricchezza del popolo iraniano». contrastare le minacce agli Usa e ai suoi alleati derivanti «dai missili balistici e da altre armi asimmetriche».5.«riunire la comunità internazionale per condannare le evidenti violazioni dei diritti umani dell’Irgc e la  ingiusta detenzione di cittadini americani e di altri stranieri con accuse pretestuose».6.negare al regime iraniano ogni via per l’arma nucleare».

Immediata  la reazione di Teheran. Se gli Stati Uniti si ritireranno dall’accordo, è possibile che anche l’Iran decida di farlo. Lo ha detto il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani. “come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. L’eventuale ritiro di Washington dall’intesa  segnerà la fine dell’accordo, ha sostenuto Larijani  da San Pietroburgo dove ha incontrato il presidente della Duma Vjacheslav Volodin”.“Non siamo un Paese guerrafondaio”, ma “le minacce di Trump contro l’Iran danneggeranno l’America – il commento di Esmail Ghaani, vice capo delle forze iraniane Quds, sezione dei Guardiani della rivoluzione.

La Cina è la prima superpotenza protagonista dell’intesa a far sentire la propria voce: “Riteniamo che questo accordo sia importante per garantire il principio di non proliferazione, la pace e la stabilità nella regione – ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying – speriamo che tutte le parti coinvolte possano continuare a preservare e ad attuare questo accordo”.

Germania, Francia e Regno Unito “prendono atto” della decisione di Trump di non certificare l’accordo con l’Iran sul nucleare, ma restano per parte loro “impegnate” a rispettarlo e a favorire una sua “piena attuazione  “. Lo si legge in una dichiarazione congiunta di Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May diffusa da Downing Street, nella quale si definisce il mantenimento dell’intesa nel “comune interesse nazionale” di Berlino, Parigi e Londra.

La Russia rispetterà l’accordo vigente.Il capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov, ha confermato al suo omologo di Teheran, Javad Zarif, che la Russia resta impegnata nel rispetto dell’accordo sul nucleare iraniano. Lo fa sapere il ministero degli Esteri russo riferendo di una conversazione telefonica tra i due ministri.

Di seguito i termini dell’ accordo siglato  a Vienna il 14 luglio 2015 tra l’Iran e i Paesi del P5+ i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – Cina, Francia, Russia, Regno Unito,  Stati Uniti +Germania -.

In base a  tale accordo, l’Iran  accetta: di eliminare le sue riserve di uranio a medio arricchimento funzionali alla fabbricazione dell’ arma atomica; di tagliare del 98% le riserve di uranio a basso arricchimento e di ridurre di due terzi le sue centrifughe a gas per tredici anni; di arricchire l’uranio per i successivi quindici anni solo al 3,67%; di non costruire alcun nuovo reattore nucleare ad acqua pesante per lo stesso periodo; di arricchire  d’uranio solamente un singolo impianto utilizzando centrifughe di prima generazione per dieci anni.

Per monitorare e verificare il rispetto dell’accordo, l’Iran, accetta altresì che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) possa avere accesso a tutti gli impianti nucleari iraniani. In cambio del rispetto dei suoi impegni, l’Iran ottiene la cessazione delle pesanti sanzioni economiche, soprattutto di quelle relative alla commercializzazione di gas e petrolio, imposte dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (emanate con la risoluzione 1747) e irrogate a causa del suo programma nucleare.

 Silvana Marrapodi

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