Migranti, Recupero: sì a chi scappa dalla guerra e no ad una immigrazione incontrollata

In Calabria negli ultimi giorni sono sbarcati 1573 migranti, in una regione a vocazione turistica con i suoi 800 km di coste, dove il turismo è tra i principali indotti economici. Certamente questo continuo perdurare di sbarchi mette a dura prova la tolleranza degli imprenditori turistici, dei turisti stessi che optano per altri siti, ma anche di quei sindaci che nel corso dei decenni si sono presi cura dei propri territori per renderli più accoglienti possibili. “Sono in tanti a manifestarci dissenso e noi li ascoltiamo”, sono queste le parole di Franco Recupero, Coordinatore Regionale di Noi con Salvini del Dipartimento Sicurezza/Immigrazione. Continua, nella nota: “I cittadini non intendono sopportare tale invasione, sono dappertutto. Per le strade, davanti ai supermercati, davanti alle banche, ai semafori, nelle aree di parcheggio.” Noi con Salvini dice sì a chi scappa dalla guerra e no ad una immigrazione incontrollata. Purtroppo anche la macchina dell’accoglienza ha serissimi problemi nell’organizzazione. In uno di questi sbarchi (quello di Vibo Marina) il sindacato di Polizia ha denunciato tutte le criticità in quanto i poliziotti dell’ufficio immigrazione si sono dovuti fare carico di igienizzare i locali, trovando di tutto compresi escrementi di topo, non solo sistemando lettini, distribuendo pasti caldi e coperte. E’ questo il tipo di accoglienza per i buonisti? La polizia svolge altro tipo di attività. I cittadini continuano a segnalarci in tante zone della Calabria problematiche sulla sicurezza, sono molti giovani immigrati ben messi e palestrati con iPhone e cuffiette che circolano liberamente nei nostri quartieri e si muovono in gruppi. Questo rappresenta un problema, prove ne sono le tante aggressioni a donne e anziani. Un conto è accogliere chi scappa dalla guerra, un conto è chi viene in Italia per fare altro. In Calabria come in Italia, i cittadini dovranno riappropriarsi delle città, strade, piazze, ma bisogna stare molto attenti al potere delle parole, a questo tipo di diffusioni di idee non dobbiamo consentire che sostituiscano la nostra civiltà.

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