Stupri metodici sulle donne Rohingya, il massacro continua nel “silenzio” dei grandi della Terra

L’ONU nei suoi rapporti ha definito i Rohingya la minoranza più perseguitata sulla terra, con lo stato del Myanmar che nega loro la cittadinanza e i diritti fondamentali. E’ oggi Ap New che solleva il problema della violenza sessale o stupro che sarebbe, in base alle testimonianze raccolte, utilizzato dai soldati birmani sulle donne dei Rohingya. I diritti umani da quelle parti ormai stanno a zero, villaggi devastati e decine di famiglie distrutte. L’indagine di Associated Press è stata condotta su 29 tra donne e ragazze fuggite nel vicino Bangladesh. Le vittime delle violenze sessuali hanno tra i 13 e i 35 anni. La più piccola tra loro solo 9. Le testimonianze, come si può leggere sul sito web, www.apnews.com, confermano la tesi dell’ONU secondo cui le forze armate del Myanmar stanno impiegando sistematicamente lo stupro come “strumento calcolato di terrore” per sterminare il popolo Rohingya. Le forze armate del Myanmar non hanno risposto alle richieste multiple dell’AP per un commento, ma un’indagine militare interna lo scorso mese ha concluso che nessuno degli assalti è mai avvenuto. Sempre in base a quanto si legge, le donne che hanno subito lo stupro, intervistate hanno raccontato di aver visto i loro bambini massacrati, i loro mariti picchiati e fucilati. Hanno raccontato del dolore bruciante degli stupri che sembravano non finire mai, e del lungo viaggio intrapreso a piedi nonostante le ferite per fuggire in Bangladesh. Si parla tanto di diritti umani alle volte si innescano strani conflitti bellici internazionali in nome degli stessi mentre invece a queste latitudini il massacro e le violazioni quaotidiane sono all’ordine del giorno nel silenzio e nel disinteresse dei “grandi” della terra, che evidentemente per muoversi devono associare alle libertà un interesse economico.

 

Fabrizio Pace

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