Batte forte il grande cuore dei Sanrobertesi nel mondo, a Novarello è festa

E ora il Giubileo

Una terra vibrante d’amore, di brava gente, che del lavoro ha fatto sorrisi e ogni occasione buona per ballare tarantelle. Una terra verde maliarda, che al mare sussultando guarda. Aspro paesaggio di ulivi, che accoglie tutti con calore ed allegria. Che in tanti hanno provato ad odiare, mai ci sono riusciti. È in poche righe che può sintetizzarsi ciò che prova per la propria terra un Sanrobertese lontano, ma solo geograficamente, da casa. Perché il cuore è sempre rimasto, e rimarrà, in quella ridente vallata ai piedi dell’Aspromonte, che domina lo Stretto di Messina. Una matassa di sentimenti che lo conducono sempre al luogo d’origine. Sentimenti espressi durante la storica “Giornata dell’Orgoglio Sanrobertese” che si è svolta il 10 dicembre presso il Centro Azzurro Novarello, nel comune di Granozzo con Monticello (NO), e tenuti per troppo tempo racchiusi dentro la valigia di cartone insieme a valori e tradizioni della nostra terra, attraverso le quali tanti nostri concittadini hanno creato nuovi legami, identità e appartenenze. Al centro della manifestazione temi quali l’emigrazione di ieri, ma anche quella di oggi. Le radici salde nel passato ma anche i legami e le opportunità che si possono creare insieme per costruire un futuro all’insegna della fiducia. Una importante occasione per riscoprire e rispolverare, per nutrire la pianta della fiducia e della collaborazione. Perché quando le persone si incontrano e portano con sé valori autentici, come hanno fatto i Sanrobertesi, il futuro non può che essere positivo. I Sanrobertesi nel mondo hanno mostrato che avere la propria terra nel cuore significa sentire forte l’appartenenza e portare le radici dentro di sé, radici che niente e nessuno potrà “gelare”, in qualunque parte del mondo ci si ritrovi ad essere, a nascere, a vivere, ad amare e anche a morire. È un legame inscindibile dal proprio Dna, viscerale. Per certi versi una necessità fisica. Hanno sottoposto all’attenzione di tutti che le distanze si accorciano e si abbreviano davanti ai legami del cuore e alle radici che in esso si sono create. C’è un filo conduttore e rinsaldatore che tiene uniti gli angoli del mondo ed è un filo che ha la stessa forza del filo d’acciaio: l’essere Sanrobertese. Per questo hanno raggiunto, in numero straordinario, la sede scelta per il raduno. Sin dal primo mattino; ridendo, abbracciandosi, commuovendosi. La giornata, promossa dall’Amministrazione Comunale di San Roberto e dal gruppo “Sanrobertesi nel mondo”, è partita con l’apertura della tavola rotonda “Il freddo può gelare le foglie, ma mai le radici”. I lavori sono stati introdotti dal video prodotto da Rocco Randazzo. Gli ultimi 70 anni di storia del centro della provincia reggina in un corto di circa dieci minuti dal grande valore simbolico ed affettivo. L’incontro è stato moderato dall’avvocato Lilly Lorenzo, sanrobertese doc, che ha ricondotto idealmente tutti i partecipanti nelle viuzze del Comune. Un’idea, quella della giornata dell’orgoglio sanrobertese, nata quasi per gioco, e poi diventata storia grazie all’impegno di persone speciali che si sono spese, giorno e notte, in prima persona, per la realizzazione del grande evento. Insieme a Lilly, al tavolo dei relatori c’erano anche gli altri ideatori del gruppo “Sanrobertesi nel mondo”: Giuseppe Calabrese, Santo Calarco e Pietro Cotroneo. Amici di sempre, che hanno trasformato “speranze talmente pazze da non poter essere sperate nella cosa più facile da realizzare, grazie all’impegno univoco di compagni leali”. Accanto a loro, Roberto Vizzari, Sindaco di San Roberto, a rappresentare l’Amministrazione Comunale, presente con il Vicesindaco Carmelo Sgarlato, l’Assessore Salvatore Penna, il Presidente del Consiglio Claudio Megale, i consiglieri Giuseppe Porpiglia e Giuseppe Surace, e l’intera comunità, che dall’inizio ha voluto sostenere il progetto e che ha voluto ringraziare tutti i partecipanti, ad uno ad uno, per la loro presenza nella provincia novarese. Arrivati da tutta Italia, Europa, e qualcuno persino dagli Stati Uniti, sono stati loro i veri protagonisti della manifestazione. “Sono veramente emozionato, siete veramente belle persone. Da oggi posso dire di sentirmi uno di voi” ha esordito il Sindaco di Granozzo con Monticello, Paolo Paglino. “È straordinario quello che siete riuscirti a creare, ed è un onore per me essere qui presente oggi per rappresentare tutta la mia comunità, che, idealmente, stringe un gemellaggio con questa parte splendida della nostra Italia, col comune di San Roberto e con la Calabria dei grandi valori come quelli che voi portate dentro”. Al dibattito ha partecipato anche il dott. Michele Chitti, dirigente della Procura Generale di Torino, cittadino di origini calabresi. “Quando incontro i miei conterranei mi sorridono gli occhi. E oggi questo accade in maniera particolare perché vedo dentro di voi sentimenti quali la solidarietà, la vicinanza, l’onestà. Gente dalle origini umili, capace di emozionarsi per cose semplici: il ritorno al paesello, la festa patronale, il profumo di un albero di ulivo”. Presente anche il dott. Giuseppe Romeo, Ufficiale superiore dell’Arma dei Carabinieri, che ha voluto sottolineare l’importanza della dignità, quella che “i calabresi onesti devono portare avanti per il riscatto della propria regione”. Una comunità in cammino, quella sanrobertese, in crescita, coesa ed unita come poche. Che si riscopre e si mette in gioco ogni giorno, e che ha partecipato al convegno fornendo spunti interessanti ed emozionanti: la voglia di rivalsa e il desiderio di poter assistere al definitivo sviluppo di una terra per troppo tempo martoriata da mille contraddizioni; la richiesta di sostegno da parte di chi in Calabria vive e vorrebbe sentire più vicini i compaesani emigrati; il ricordo dei “luoghi sognanti” dell’infanzia; l’invito a ritornare al proprio paese più di prima “per non disperdere la memoria di tutto questo, e per fare innamorare i nostri figli allo stesso modo in cui lo siamo noi della nostra terra”. Una terra lasciata, ma mai abbandonata. Come ha esternato lo scrittore sanrobertese Nino Morena nella sua poesia dal titolo “Tu mi chiedi ragazzo”. “Tu mi chiedi come abbia potuto vivere senza il mio paese, senza quei cieli e quelle terre trafficati di ricordi, senza acque che hanno ristorato le viscere, reso fertile e saziato le nostre vite. Tu mi chiedi come abbia potuto assistere impotente a questa mia lontananza, dalle vie che si tinteggiano di muffa, dalle case che anno dopo anno si sgranano al tempo disumano e poi le ritrovi svigorite, simili a uomini e donne sospesi a scenari dimenticati. Tu mi chiedi come abbia fatto a trovare il coraggio di partire. A perdere il sorriso, a ritrovarne uno diverso, a perdere le impronte di suole antiche, e di ritrovare forme ignote dai numeri mai reputati. Tu mi chiedi ragazzo di ritornare al mio paese e io ti prego di credermi che mai e poi mai sono partito”. A chiudere la tavola rotonda il Sindaco di San Roberto, Roberto Vizzari, che ha colto l’occasione per fare un paio di annunci importanti. “Questo è un evento particolare; una iniziativa che suscita emozioni diverse e contrastanti dentro di me. Una giornata speciale, una delle vette più alte raggiunte da quando ho la possibilità e l’onore di essere primo cittadino di questa splendida comunità. Provo gioia, perché la manifestazione che si è riusciti a realizzare è veramente straordinaria. Provo ammirazione, perché tra di voi ci sono anche giovani ragazzi, appena, come dire, usciti dal guscio, che stanno certamente vivendo una grandiosa emozionante nuova esperienza. Ecco, per questo forse provo anche un po’ di invidia! Ma le più forti emozioni che provo quest’oggi, sono speranza e orgoglio”. “Speranza – ha continuato – perché guardo voi, grandi e piccoli, qui riuniti oggi da tutta Italia e anche più lontano, e vedo che la volontà può far grandi cose. Vedo la forza che avete avuto e continuate ad avere, per portare avanti le vostre vite. Vedo con che entusiasmo siamo arrivati a questo oggi. Orgoglio profondo, per essere compaesano di persone che si sono realizzate, si sono costruite la loro bella vita, la loro carriera, lontano da casa, o lo stanno per fare. La giornata di oggi può, e deve necessariamente essere un punto di inizio, non di arrivo. Perché conservare la memoria delle cose importanti della nostra vita è fondamentale, ma oggi vogliamo soprattutto festeggiare per sentirci più uniti e gettare ponti verso il futuro di nuove generazioni”. “È in questo senso – annuncia – che voglio mettervi a conoscenza con grande trasporto di un progetto al quale, insieme a tutta l’amministrazione comunale, stiamo lavorando da tempo, che vedrà concretizzarsi la prossima estate: il Giubileo dei Sanrobertesi nel mondo. In quest’ottica di sviluppo riteniamo sia fondamentale poter fornire al nostro territorio infrastrutture fondamentali, come la nuova strada a scorrimento veloce che porta da San Roberto a Campo Calabro. In questi ultimi mesi abbiamo più volte espresso in tutte le sedi, istituzionali e non, la necessità di questa arteria. E, come avete anche potuto vedere, stiamo facendo tutto il possibile per cercare di far ripartire i lavori. Per questo, abbiamo anche pensato che potesse essere utile il vostro personale supporto attraverso la firma di una petizione popolare”. La giornata è proseguita poi con la celebrazione della Santa Messa, officiata da Padre Benoit Mundjo, con novena natalizia musicata con le note del maestro dott. Santo Barillà, insieme a Francesco Calarco e Gegè Reitano, fratello del grande Mino. A seguire il pranzo conviviale, e un intero pomeriggio di festa con musiche e canti della tradizione popolare calabrese, eseguiti dai maestri Paolo Sottilotta e Demetrio Cutrupi, che hanno portato in pista tutti, coinvolgendo anche lo staff del Centro Azzurro Novarello, che ha festeggiato fino a tarda sera insieme allo splendido popolo dei Sanrobertesi nel mondo. Il taglio della torta e i saluti finali sono risuonati come un semplice “arrivederci”. La festa, infatti, è appena cominciata…

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