Circolo “Reggio 70”: gli iscritti alle strutture gestite dal Comune sono sempre di meno

Cosa ci viene in mente quando nominiamo questa struttura? Certamente pensiamo ad uno dei fondamentali istituti dal quale è iniziato il percorso di scolarizzazione di una grossa fetta della popolazione del centro cittadino di Reggio e non solo. Ci sovviene il ricordo della grande generosità della nobile famiglia reggina e della volontà dei suoi componenti di lasciare la struttura scolastica alla destinazione d’uso convenzionale. Oggi dobbiamo con rammarico constatare che questa scuola dell’infanzia è entrata a pieno titolo a far parte di questo disfattista e rinunciatario percorso di cattiva amministrazione della cosa pubblica del Sindaco Falcomatà e della sua Giunta. Infatti, mentre il nostro Primo Cittadino posa per le foto di rito all’istituto De Amicis, vantandosi di essere riuscito ad anticipare i tempi dell’inizio del servizio mensa rispetto allo scorso anno, a pochi metri la struttura Genovese Zerbi, insieme ad altre scuole dell’infanzia della città, continua a non registrare del tutto il servizio di refezione. È di qualche settimana fa – proprio mentre la Città era sommersa dal nubifragio – la foto pubblicata sui social network dal Sindaco, in cui lo stesso primo cittadino, con il suo immancabile sorriso, si trovava a pranzo con gli alunni dell’Istituto De Amicis, per ricordarci che, in effetti, nella stagione scolastica passata il servizio mensa iniziò soltanto nel mese di marzo e con costi da ristorante stellato. Come se lo scorso anno seduta a Palazzo San Giorgio ci fosse stata altra amministrazione comunale e non la sua. Ad oggi i genitori sono costretti ad abbandonare il posto di lavoro per poter prendere i propri figli entro le ore 14.00 e per poter tornare al lavoro, i genitori sono obbligati a rivolgersi per il pomeriggio agli istituti privati sparsi sul territorio comunale, che offrono i propri servizi a costi tutt’altro che accessibili. Quest’anno, però, si è aggiunta una novità. In una struttura che era divenuta famosa per il ventaglio di servizi che offriva ai bambini (un tempo gratuitamente, successivamente e fino all’anno scorso grazie alla autotassazione dei genitori) oggi non è più possibile nemmeno effettuare attività di laboratorio, nonostante i genitori siano ancora disposti a mettere le mani in tasca, per permettere ai figli di ampliare le proprie conoscenze. Ma basta leggere il citato piano triennale dell’offerta formativa, redatto dal Comune per le scuole comunali dell’infanzia, per capire che quella foto pubblicata su Facebook dal sindaco altro non è che un inutile dissimulazione della completa disattenzione della classe politica reggina ai bisogni dei più piccoli e delle famiglie. Secondo tale piano i nostri figli dovrebbero avere una offerta formativa vasta e valida. Dovrebbero godere di un servizio mensa all’altezza. Dovrebbero potere restare a scuola dalle ore 7.30 alle 16.30. Nulla di tutto ciò. E quest’anno, come già accennato si è compiuta l’ulteriore beffa: nonostante alcuni genitori abbiano deciso di sopperire alle carenze della scuola e si siano resi disponibili a contribuire economicamente alla realizzazione di progetti formativi, quei progetti che secondo i proclami comunali avrebbero dovuto essere garantiti, è stato impedito loro di realizzare quanto auspicato! Ecco i grandi risultati dei nostri amministratori. Gli iscritti alle strutture gestite dal Comune sono sempre di meno. Ormai molti genitori, visto che a Reggio funziona così, all’asilo pubblico i figli nemmeno ce li mandano, e si sobbarcano onerosi costi rivolgendosi ai privati per non perdere il lavoro.

 

Giuseppe Lembo –  Ferdinando Parisi

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