Colombia: volontari italiani testimoni di attacco contro la Comunità di Pace di San José de Apartadò

I volontari di Operazione Colomba, il Corpo di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, sono stati testimoni di un attacco armato in Colombia. E’ successo la mattina del 29 Dicembre, alle 10:15 ora locale, presso la Comunità di Pace di San José de Apartadò, in Colombia. Quattro uomini armati appartenenti a gruppi neoparamilitari hanno cercato di assassinare il leader della Comunità di Pace, Germàn Graciano Posso. Da anni la Comunità di Pace di San Josè ha scelto di non partecipare in nessun modo, diretto o indiretto, ad un conflitto armato che sta provocando profughi e vittime. I volontari italiani di Operazione Colomba proteggono, con la loro presenza, le persone che vivono nella Comunità di Pace. «Si tratta di un attacco preannunciato. Nelle ultime settimane le minacce ai membri della Comunità di Pace si sono intensificati» commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di Don Benzi. «Ribadiamo la necessità di un deciso intervento da parte dello Stato colombiano e della Comunità internazionale per fermare e smantellare i gruppi neoparamilitari, condizione necessaria per arrivare alla Pace. — continua Ramonda — Proprio la settimana scorsa abbiamo lanciato la proposta che il prossimo Governo Italiano istituisca un Ministero della Pace: una scelta che favorirebbe esperienze come quella di Operazione Colomba per la promozione concreta della Pace». I paramilitari hanno cercato di rinchiudere in una stanza diversi membri della Comunitàpresenti, minacciandoli di morte con le loro armi. Questi sono riusciti a disarmarli e a immobilizzarne due. Nella colluttazione sono rimasti leggermente feriti i due aggressori, German e altri membri della Comunità. I due uomini sono sati trattenuti in attesa dell’arrivo della Defensoria del Pueblo, organo istituzionale con lo scopo di monitorare e tutelare i Diritti Umani. Nel comunicato divulgato, la Comunità di Pace di San Josè riferisce di aver interloquito con il Vicepresidente della Repubblica Colombiana, General Óscar Naranjo, il quale “ha promesso di esaminare l’enorme complicità della Forza Pubblica presente nella regione” che è secondo la Comunità di Pace “il fattore chiave della grande libertà di azione con la quale i paramilitari si muovono nella zona”.

 

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