Phishing su dati conto bancario. Cosa fare?

La circolazione di dati personali, rende i navigatori sempre più vulnerabili rispetto alla possibilità di essere vittima di phishing, con conseguenti gravi danni economici e sociali. Gli attacchi economicamente più pericolosi sono verso i conti bancari. Quanti messaggi riceviamo al giorno sui nostri dispositivi attraverso mail, simili alle comunicazioni degli Istituti di credito nella forma e con un contenuto verosimile, che invitano ad attivare o riattivare il proprio fantomatico account entro le 48 ore per sbloccare il conto corrente? In queste mail, che però non sono mai realmente inviate dalla Banca, i truffatori, cercano di convincerci a cliccare sul link. Per farlo possono dirci che esistono dei problemi sul nostro conto e che sarà cancellato se non clicchiamo su tale link. Cliccando su questo link, si apre un sito web, simile a quello reale della nostra banca. L’unica differenza è che se inseriamo i dati per la login al conto corrente, la user e la password arriveranno al truffatore. Questa condotta è ovviamente punita penalmente. Infatti, ci troviamo di fronte a due tipi di reati in concorso tra loro: quello di accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico (art. 615 ter codice penale) e la frode informatica ( art 640 ter c.p.).

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Da questo discende ovviamente il diritto della persona offesa ad essere risarcito, dall’autore del reato, di ogni danno patrimoniale subito. A tal proposito, Se si è vittima di un’operazione di “phishing” bisogna avvertire immediatamente la Banca o la Posta in cui si ha il conto, e bloccare le eventuali carte di credito. Inoltre, va immediatamente presentata la denuncia penale all’autorità giudiziaria, perchè si possono ravvisare i reati sopra descritti (truffa- art. 640 c.p.-, frode informatica – art. 640 ter c.p.- e accesso abusivo ad un sistema informatico- art. 615 ter c.p.-). Sul piano civile, il rimborso delle somme prelevate, ed il risarcimento del danno è sicuramente dovuto dall’autore del reato (c.d. phisher) alla persona offesa (correntista). In tale sede è necessario precisare che il rimborso della Banca al cliente, in ordine alle somme indebitamente prelevate, invece, non è automatico perciò sarà necessario rivolgersi ad un avvocato in maniera tempestiva sia per preparare la denuncia che verrà depositata agli uffici della polizia postale con cui verranno aperte le indagini per l’individuazione del colpevole, sia per avviare una causa civile al fine di ottenere il risarcimento del danno derivato da tale condotta.

Avv. Giampiera Nocera

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