Pasta day: indicazione obbligatoria origine riso e grano per pasta

Il Pasta Day è  la giornata organizzata da Coldiretti in occasione dell’entrata in vigore dei due decreti interministeriali, firmati dai ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda – relativi all’indicazione  obbligatoria in etichetta dell’origine  del riso e del grano utilizzato per la produzione di pasta  – decorsi 180 giorni dalla pubblicazione delle norme sulla Gazzetta Ufficiale  che scadranno esattamente il 13 febbraio per il riso e il 14 febbraio per la pasta.«Finalmente sarà possibile sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, noto erbicida, o se il riso proviene dai campi della Birmania sequestrati alla minoranza Rohingya, contro la quale è in atto una pulizia etnica» afferma  il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, che sottolinea «l’importanza di sostenere con  trasparenza scelte di acquisto più consapevoli da parte dei consumatori».Tutto questo mette anche  fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali, in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, come pure un pacco di riso su quattro.Una scelta applaudita dal 96% dei consumatori  – sottolinea ancora  Coldiretti – e confermata in Italia  dal Tar del Lazio che ha precisato come sia “prevalente l’interesse pubblico ad informare i consumatori, considerato  l’esito delle consultazioni pubbliche che ha evidenziato l’importanza attribuita dagli italiani alla conoscenza del Paese di origine e/o del luogo di provenienza dell’alimento e dell’ingrediente primario”.”Proteggere il Made in Italy – afferma invece il ministro delle Politiche agricole alimentari  Martina – significa puntare sulla massima trasparenza delle informazioni fornite ai cittadini in etichetta. Per questo abbiamo voluto con forza sperimentare l’obbligo di indicare espressamente il luogo di coltivazione sulle confezioni di pasta e riso .  Uno strumento necessario  per valorizzare e tutelare il lavoro dei nostri produttori oltre che per garantire un’informazione utile ai consumatori, che adesso possono scegliere in maniera informata e consapevole. La trasparenza deve essere una battaglia comune, da condurre con tutta la filiera anche in Europa. Non c’è dubbio che l’iniziativa italiana abbia ottenuto anche un risultato politico importante: dopo 4 anni la Commissione Ue ha presentato una prima bozza di regolamento attuativo della norma sull’etichettatura. Un passo avanti che va migliorato a partire, dall’indicazione obbligatoria e non facoltativa, dell’origine delle materie prime. Stiamo lavorando per una proposta che trovi il supporto della nostra filiera e quello di altri Paesi europei, a partire dalla Francia. Se non cambierà la proposta siamo pronti a dare voto negativo nel comitato che, a tal proposito, è chiamato ad esprimersi a Bruxelles”.

MS

 

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