Una sentenza non può cancellare un uomo come Peppe Scopelliti

Una sentenza non può annullare tutto ciò che lui è stato ed è. Non può eliminare il suo lavoro al servizio della comunità, non farà sparire le decine e decine di opere pubbliche progettate e realizzate per Reggio e la Calabria nei suoi anni di governo, l’efficienza dei servizi forniti e l’immagine di una città rinata e divenuta protagonista nel mediterraneo. Una sentenza è una Sentenza e, per quanto risultato di elaborazione umana, va rispettata. Lo ha fatto Scopelliti in oltre sette anni di gradi processuali e tre pronunce giurisdizionali, senza avere mai vergato una sola riga di commento riguardo a ciò che per un cittadino condannato costituirebbe legittimo e sacrosanto esercizio di un diritto. Lo ha fatto andando oltre il dettato normativo, con le dimissioni in occasione della Legge Severino, che costituiscono unico caso nazionale, e lo ha ripetuto giovedì scorso consegnandosi alla giustizia prima ancora della notifica della sentenza della Suprema Corte. Dunque, non lo faremo noi, pervasi da identico senso dello Stato, prendendo ad esempio l’alto profilo morale ed istituzionale che ha contraddistinto la sua condotta in questa lunga e travagliata vicenda che si è conclusa con una pena severa, malgrado non gli sia mai stata nemmeno contestata la benché minima appropriazione di danaro pubblico. Così, respingiamo con forza ogni tentativo di manipolare la verità storica e di indugiare in facili accostamenti con altre ipotesi delittuose che mai nemmeno lontanamente lo hanno sfiorato. Scopelliti subisce una condanna esclusivamente per avere sottoscritto il bilancio del Comune, che per sua natura e per legge è un documento di emanazione dell’intero apparato burocratico che passa al vaglio e alla preventiva approvazione delle massime autorità istituzionali dell’ente. Vederlo divenire per l’opinione pubblica “nero di fuliggine” dopo essere stato “turchino di re” agli occhi increduli di chi lo conosce bene è, però, fatto che tutti i componenti del Movimento Nazionale per la Sovranità non possono non stigmatizzare. Esultino pure i signori della sinistra, esultino ora per questo precedente, lo facciano calpestando l’onore della politica e la dignità del suo Primato, quello in cui noi crediamo da sempre per formazione culturale, perché l’onore e la dignità di Giuseppe Scopelliti non potranno calpestarla mai. Una sentenza può avere tolto la libertà ad un uomo oltre all’affetto dei suoi cari, ma questa non farà mai di Scopelliti un delinquente agli occhi di chi lo ha conosciuto. Gratificanti sono, infatti, in queste ore le molteplici note di solidarietà che promanano da ogni ambiente cittadino, le quali si mischiano a quelle di miserrimo giubilo, unica fonte di entusiasmo alla quale la sinistra calabrese può ancora abbeverarsi, avendo da tempo trovato chiusi i rubinetti del consenso popolare. Unica via di soddisfazione per la manifesta incapacità di competere in leali e democratiche elezioni. Niente fermerà le nostre azioni né ci impedirà di continuare a nutrire le nostre menti. Certamente difendere Reggio e censurare ogni forma di attacco ai principi ed ai valori cui ci ispiriamo sarà l’ultimo baluardo che erigeremo contro chiunque voglia, in antidemocratica prospettiva, annichilire anche idee e pensieri.

Movimento Nazionale per la Sovranità

Reggio Calabria

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