Cannes 2018: un festival all’insegna del cambiamento

Si accendono i riflettori sulla Croisette, il viale che costeggia il litorale della città francese di Cannes. La costa azzurra è pronta ad accogliere la schiera di attori, registi e star mondiali che prendono parte al consueto appuntamento cinematografico internazionale con il Festival . Una manifestazione iniziata nel 1946, giunta oggi alla sua 71ª edizione, il cui scopo è quello di assegnare  ogni anno un prestigioso riconoscimento, la Palma d’oro, al miglior film in gara.

A presiedere la giuria quest’anno sarà Cate Blanchett, vincitrice di due premi Oscar come miglior attrice non protagonista in The Aviator di Martin Scorsese nel 2005, e come miglior attrice per Blue Jasmine di Woody Allen nel 2014.Con più di venti film in concorso, tra cui gli italiani Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, e Matteo Garrone in gara con Dogman, il Festival ospiterà, nel corso delle due settimane di calendario, le proiezioni di altri film fuori concorso, cortometraggi,  classici, documentari e molto altro. Ad aprire le danze sarà il film in co-produzione Italia, Francia e Spagna Todos lo saben, di Asghar Farhadi con protagonisti Penélope Cruz e Javier Bardem.Ma per  coloro i quali  accoreranno numerosi sulla promenade de la Croisette, e per tutti i fotografi pronti a catturare le più belle mise, si accende soprattutto la luce brillante delle star del cinema, che sfoggiano sul red carpet le più eleganti creazioni dei nomi della moda. Da Giorgio Armani, a Dior, Giambattista Valli, Valentino, Vivienne Westwood il tappeto rosso del Palais des festivals et des congres  diventa protagonista  indiscusso di un défilé degno di un catwalk.

Per molti  questa sarà l’edizione spartiacque nel segno del cambiamento, per il divorzio da Netflix, i cui film sono stati definitivamente esclusi, le proteste contro gli abusi che continuano sull’onda del movimento #MeToo e la novità del divieto dei selfie sul tappeto rosso che fa molto discutere. Un’ edizione appunto all’ insegna delle novità maldigerite (l’eliminazione delle anteprime stampa con proiezioni in contemporanea per invitati e addetti ai lavori), delle prese di posizione definitive (l’assenza di qualsiasi opera targata Netflix, perché “il cinema deve essere ancora oggi un’esperienza condivisa nel buio di una sala”), delle battaglie contro il “degrado” social (il bando ai selfie sul red carpet, “siamo qui per vedere i film, non noi stessi”), della sacrosanta lotta contro le molestie (con l’istituzione di un numero telefonico per segnalare qualsiasi tipo di abuso – +33 (0)4 92 99 80 09 – e l’hashtag #nerienlaisserpasser).

Ci saranno diversi appuntamenti – ha detto in conferenza stampa il Delegato Generale del Festival di Cannes dal 2001 Fremaux – il 12 maggio per esempio sfileranno le donne del cinema, registe, attrici,e quasi un centinaio di donne manifesteranno insieme per far sentire la loro voce”.

E sul divieto di selfie ha precisato: “Lo ripeto ancora una volta, il motivo per cui sono vietati è solo tecnico. La scalinata è lunga, ci si mette troppo tempo se ci si ferma a scattarsi le foto, si cade perché non si guarda dove si va e in finale non si viene a Cannes per ammirare se stessi, si viene per guardare e ammirare gli altri”.

E per chiudere le polemiche ha ricordato anche il regista Ermanno Olmi, appena scomparso. “Finalmente ora si parlerà di cinema e di film, ed il più bell’omaggio che possiamo fare a Pierre Rissient ed Ermanno Olmi scomparsi da poco,  è parlare di cinema e non di selfie”.

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