Sigarette elettroniche. La classifica dei migliori e peggiori paesi dove “svapare”

In Thailandia c’è l’arresto. In Gran Bretagna la legislazione più permissiva: diminuiscono i fumatori. In Thailandia si può essere arrestati perché si possiede una sigaretta elettronica, persino se si viene da un altro Paese. Lo abbiamo già detto, ma lo ripetiamo perché proprio in questi giorni è stata presentata una ricerca al Global Nicotine Forum che si chiude oggi a Varsavia. L’indagine è stata condotta chiedendo alle organizzazioni che fanno parte dell’International Network of Nicotine Consumer Organisations di ‘nominare’ i cinque peggiori Paesi dove ‘svapare’ e i cinque migliori. La Thailandia ha “vinto” con 33 menzioni, mentre al secondo posto si è piazzata l’Australia, dove è vietata la vendita delle e-cig che contengono nicotina. “La Thailandia ha un approccio draconiano con i turisti e la popolazione locale, che vengono regolarmente arrestati per ‘vaping’ – spiega Asa Ace Saligupta dell’organizzazione End Cigarette Smoke Thailand -. La Polizia spesso perquisisce le auto ai posti di blocco cercando e-cig e poi le usa per estorcere le multe”. Gli stati migliori dove poter svapare sono la Gran Bretagna, che ha la legislazione più permissiva e dove usano questi dispositivi tre milioni di persone, seguita da Germania e Francia. “Quattro anni fa la Gran Bretagna stava cercando di bandire totalmente le e-cig – spiega Gerry Stimson della charity New Nicotine Alliance -. Oggi ha tre milioni di svapatori, e come conseguenza positiva vi è una netta riduzione del numero dei fumatori tra i britannici”. Forse è l’unico dato positivo, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” associazione che comunque ha più volte sottolineato i potenziali pericoli connessi all’utilizzo delle sigarette elettroniche. Ovviamente l’unica sicurezza per i cittadini è il non fumare proprio.

C.S. Giovanni D’Agata – Sportello dei Diritti

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