Messico al voto: favorito López Obrador

Domenica, 1 luglio, i cittadini messicani saranno chiamati a eleggere il loro presidente della Repubblica  ma saranno anche chiamati ad esprimersi sul  rinnovo del Parlamento, di molti governatori degli Stati, e di diversi sindaci e amministratori locali.

Il Messico è una repubblica presidenziale, federata in 31 stati liberi e sovrani  con un distretto federale rappresentato dalla capitale, Città del Messico.

 Tra i candidati in corsa, il più accreditato è Andres Manuel Lopez Obrador, denominato Amlo, acronimo formato dalle iniziali di Andres Manuel Lopez Obrador. Obrador corre per la terza volta per aggiudicarsi la massima carica dello Stato e, stando ai sondaggi, in questa occasione dovrebbe farcela. Il prossimo presidente del Messico, oltre a combattere la corruzione e la criminalità dei narcos , dovrà occuparsi del rinnovo dell’Accordo nordamericano per il libero scambio (Nafta) e dovrà far fronte alle minacce di Donald Trump in merito alla costruzione di un possibile muro tra il Messico e gli Stati Uniti. Tutta la campagna elettorale di Obrador è stata incentrata sul tema del cambiamento rispetto all’attuale classe politica. L’ex sindaco di Città del Messico si presenta agli elettori come un candidato in assoluta discontinuità con gli altri partiti.  Nell’evento di chiusura della sua campagna elettorale, che si è svolto all’interno dello stadio Azteca di Città del Messico al cospetto di 87mila sostenitori, Amlo ha promesso che “il Paese varrà purificato”, e che durante la sua presidenza verranno “sradicate le radici della corruzione” che, negli scorsi decenni, ha generato la povertà e la criminalità di cui soffre il Messico. Nel suo discorso finale ha assicurato anche che, in caso di vittoria, si taglierà lo stipendio da presidente e che aumenterà le pensioni per gli anziani. Il programma del suo movimento MORENA (Movimiento Regeneración Nacional) mira infatti  a una profonda trasformazione sociale del Messico . Secondo López Obrador i messicani vivono in un vero e proprio “stato mafioso” costruito da una minoranza che ha concentrato nelle sue mani il potere economico e politico. Oltre a più onestà e sicurezza, AMLO  ha promesso più prosperità per tutti. Lo sviluppo delle aree più povere del paese richiederà ingenti investimenti infrastrutturali e necessariamente anche molte risorse pubbliche.  La sostenibilità delle promesse elettorali dipenderà dalla capacità di López Obrador di realizzare il suo piano di sviluppo territoriale attirando investimenti privati ed evitando un eccessivo indebitamento del settore pubblico. In questi ultimi mesi López Obrador ha dichiarato che il settore privato è importante per lo sviluppo del paese e che quindi è  necessario che vi sia una positiva collaborazione tra settore pubblico e settore privato. Ma ha anche detto che il suo governo sarà pronto a colpire le aziende che corrompono, che evadono le tasse, che danneggiano l’ambiente, che non rispettano i diritti umani o che hanno comportamenti monopolistici. Solo le concrete azioni e le decisioni di politica economica  che verranno intraprese dal governo chiariranno se le dichiarazioni nascondono una generale ostilità nei confronti del settore privato (come qualcuno teme) oppure, più probabilmente, la convinzione che le imprese debbano contribuire alla sostenibilità economica, sociale e ambientale del paese.Un altro rischio per il futuro del paese è legato all’aumento del protezionismo americano. Il commercio estero è infatti molto importante per il Messico, che è fortemente integrato con gli USA (l’80% dei beni esportati dal Messico va negli USA). Anche se  sono ancora in corso i negoziati per la revisione del NAFTA, l’accordo di libero scambio con gli USA e il Canada, è altamente probabile che il NAFTA possa  diventare meno favorevole per il Messico. Il maggior protezionismo americano può indurre a rafforzare le relazioni economiche tra il Messico e l’Unione Europea, nel quadro del Nuovo EU-Mexico Trade Agreement, firmato lo scorso aprile.Intanto, a poche ore dalle elezioni, l’Istituto nazionale elettorale (Ine) del Messico ha assicurato agli 89,1 milioni di aventi diritto che “il loro voto sarà rispettato”, invitandoli a “votare in libertà”. In molti, infatti, hanno avanzato dubbi sulla regolarità della tornata, temendo brogli in modo particolare nelle provincie più remote del Paese. In un comunicato diramato nei giorni scorsi, il plenum dei consiglieri dell’Ine ha ribadito l’appello a “un voto libero, semplice, informato, senza pressioni né condizionamenti esterni”, che permetta di ratificare l’ impegno preso in nome della  rivoluzione pacifica necessaria per il cambiamento del paese.

MS

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