Thailandia, occorre agire in fretta per far uscire i bimbi dalla grotta

Sembrava che il peggio fosse passato una volta appresa la notizia del ritrovamento dei 12 ragazzi intrappolati nella grotta di Tham Luang e invece è  iniziata un’ altra corsa contro il tempo  per estrarli dalla grotta nella quale sono rinchiusi da ormai ben 13 giorni. Si temono le incombenti piogge monsoniche previste per il weekend poiché potrebbero vanificare i progressi raggiunti sino ad oggi. Il primo chilometro e mezzo del percorso che conduce al punto dove si trovano i giovani  è stato infatti quasi completamente drenato, ed è percorribile a piedi. I successivi 2 chilometri rimangono però sommersi, in alcune zone fino al soffitto. Circa 20 pompe proseguono senza sosta l’operazione di drenaggio, estraendo 10 mila litri d’acqua all’ora, determinando una diminuzione costante delle acque seppur minima (circa 1 cm all’ora). I soccorritori sono inoltre preoccupati per le condizioni di salute dei ragazzi, molti dei quali considerati ancora troppo deboli per essere estratti dalle cave E’ stato rivelato che ci vuole un totale di 11 ore per compiere il tragitto di andata e ritorno, dall’entrata della grotta Tham Luang fino al punto dove si trova il gruppo.Il piano A rimane quello di estrarre più acqua possibile dalla grotta, in modo da scongiurare gli enormi rischi di una prolungata immersione per ragazzini debilitati che non sanno nemmeno nuotare.  “La cosa che ci preoccupa di più è il tempo: se piove ancora i nostri sforzi potrebbero essere bloccati come è successo in precedenza”, ha detto Narongsak Osottanakorn, comandante della missione di recupero, che ha spiegato che sta aspettando “una valutazione da parte dell’ufficio di meteorologia ed una sullo stato fisico dei ragazzi”, da parte dell’unità di Seal che li ha raggiunti, e li sta addestrando su come utilizzare le maschere da sub. “Se queste valutazioni determineranno che c’è un 90% di possibilità ed un 10% di rischio, allora ci metteremo in azione”, ha detto . La squadra dei Seal che è con i ragazzi che non sanno nuotare, dovrà accompagnarli passo passo lungo i cunicoli alcuni dei quali sommersi, attraversati, non senza difficoltà, dai soccorritori stessi. Intanto uno dei Navy Seals thailandesi impegnato nelle operazioni di salvataggio  è morto poco fa per mancanza di ossigeno. Lo ha annunciato  il portavoce delle operazioni di soccorso. L’uomo,  aveva 38 anni  ed  ha perso conoscenza sulla via del ritorno. I vari tentativi per tentare di rianimarlo sono falliti.

MS

 

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