Italia: negli anni a venire, boom di anziani malati e soli

Nel 2030, potrebbero arrivare a 4 milioni e mezzo gli ultra 65enni che vivranno da soli, e di questi, nel 2050,1 milione e 200mila avrà più di 85 anni. Inoltre, nei prossimi dieci anni , 8 milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave come ipertensione, diabete, demenza, malattie cardiovascolari e respiratorie. E’ questa una delle proiezioni dell’Italia elaborate dall’Istat per Italia Longeva – Rete nazionale sull’invecchiamento e la longevità attiva, e presentate oggi al Ministero della Salute nel corso della terza edizione degli Stati generali dell’assistenza a lungo termine.  “Dobbiamo evitare che l’Italia diventi un enorme ma disorganizzato ospizio nel quale resteranno pochi giovani costretti a lavorare a più non posso per sostenere milioni di anziani soli e disabili”.- commenta Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva . Curarli tutti in ospedale equivarrebbe a trasformare Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna e Firenze in grandi reparti a cielo aperto. È evidente, quindi, che le cure sul territorio non rappresentano più un’opzione, ma un obbligo per dare una risposta efficace alla fragilità e alla non autosufficienza dei nostri anziani, che si accompagnerà anche a una crescente solitudine”. “Per il presidente di Istat, Giorgio Alleva, ci si trova davanti a “una questione di sostenibilità strutturale per l’intero Paese”. Sempre secondo lo studio in esame, al Nord un over65 ha il triplo delle possibilità in più di essere ospitato in una residenza sanitaria assistenziale rispetto a un cittadino del Sud, e ha a disposizione circa il quintuplo di assistenza domiciliare, in termini di ore e di servizi. “C’è poi la disabilità – prosegue Bernabei – che nel 2030 interesserà 5 milioni di anziani, e diventerà la vera emergenza del futuro e il principale problema di sostenibilità economica” per l’Italia. “Essere disabile vuol dire avere bisogno di cure a lungo termine che, solo nel 2016, hanno assorbito 15 miliardi di euro, dei quali ben tre miliardi e mezzo pagati di tasca propria dalle famiglie”, conclude lo stesso Bernabei.

MS

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