Nasso (MSN). “liquidazione e chiusura della Sati resta ferita aperta”

La vicenda che ha coinvolto la SATI, società in House del Comune di Reggio Calabria, è rappresentativa di cosa avvenne all’indomani del commissariamento. Fu cancellato tutto ciò che poteva rimandare alla passata amministrazione, anche, o forse soprattutto, ciò che di buono era stato costruito. Un percorso obbligato, all’interno di un vero e proprio processo di demonizzazione e di eradicazione dell’avversario politico. Attività che a voler leggere tra le righe, è stata propedeutica al cambio di guardia a Palazzo San Giorgio.  La liquidazione e chiusura della Sati resta una ferita aperta che resta come segno tangibile della “livella” che utilizza la politica quando non riesce ad aver ragione dell’avversario. Scatta così il supplemento dei mezzi extra politici per l’annientamento del nemico che possono essere amministrativi, legali e spesso solo ed esclusivamente mediatici. La condotta ostile contro la SATI, si sostanziò di una serie di condotte rivolte a sminuirla delegittimandola sotto il profilo amministrativo, con continui rinvii da parte dei dirigenti, con mille scuse che hanno determinato un danno per il comune o come il mancato accordo in Prefettura riguardante la vicenda dei lavoratori della ormai ex multiservizi. Ai continui veti che sono stati posti per l’utilizzo dei finanziamenti come ad esempio i famosi 400 mila euro per la gestione e il cartellone del Teatro Siracusa, o ancor di più agli altrettanti sbandierati 40 mila euro per la realizzazione del terminal croceristico al porto. Ecco perché al grave danno cagionato con la perdita di milioni di euro di un finanziamento che si riferisce al Bike Sharing relativo al Parco Caserta. Inoltre, gravi danni sono stati determinati con il blocco del servizio di contrasto e individuazione dell’evasione fiscale che equivale a un danno notevole per le casse del comune pari a decine di milioni di euro. Vale la pena anche ricordare l’impegno per i disabili ed anche la mancata installazione di un ascensore per questi in palazzo San Giorgio, ecc. ecc. Inoltre va da evidenziare la rilevanza penale eventuale di alcune condotte, pertanto sorgono spontanee delle domande. Siamo in presenza di un  conflitto d’interessi? La scelta di non costituirsi da cosa è stato determinato? Avremo delle risposte? Vale la pena di ricordare che la SATI è stata valorizzata da professionisti qualificati, che a vario titolo, hanno prestato la propria opera a favore del Comune di Reggio Calabria, non dimentichiamolo, nei diversi progetti che la stessa aveva messo in piedi, a molti dei quali non sono state liquidate le spettanze per il capriccio. Eppure del loro lavoro il comune ha beneficiato per poi “dimenticarsene”. Fa riflettere a questo proposito la solerzia con cui il Comune di Reggio Calabria si è costituito in giudizio per disconoscere i crediti vantati dalla società e dai suoi lavoratori, che cozza con l’inspiegabile ritardo attuale! Si è voluto, insomma, creare il vuoto intorno ad un modello dalla gestione trasparente e vincente, condensando nuvole su nuvole sempre più fitte sull’amministratore e su questo incubatore d’idee e innovazione in cui si lavorava con grande slancio per generare valore per questa città, slancio che è stato interrotto a colpi di atti amministrativi e non solo. In seno al dibattimento vedremo si evidenzieranno responsabilità per atti e omissioni che potrebbero fare intravedere, alle spalle di quest’ordito, il vero Deus ex machina della triste vicenda. Resta il dispiacere per un commissariamento che, almeno negli intenti, avrebbe dovuto sistemare tante criticità, ma nei fatti si è lasciato imbrigliare inconsapevolmente in oscure macchinazioni, lasciando che una realtà brillante come la SATI finisse nel tritacarne della burocrazia, tutto in ossequio alla politica incapace di azione politica, e questo non è un gioco di parole, ma l’amara realtà.

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