Grande successo per il convegno “la pena o le pene?”

Martedì 2 Aprile, presso il Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, abilmente diretto dal prof. Massimiliano Ferrara, sempre attento ad incentivare iniziative di formazione, oltre 160 persone, tra studenti, dottorandi e avvocati, hanno assistito all’interessantissimo e altamente qualificante convegno “La pena o le pene? Tra dignità, umanità e rieducazione”. Impeccabile l’organizzazione del dott. Antonino Cristallino, dottorando di ricerca in Diritto Penale, nonché Responsabile della Commissione Legalità del Rotaract Reggio Calabria Sud Parallelo 38, Club patrocinatore dell’evento, e del gruppo studentesco Aria, nella persona del suo presidente, sig.ra Anna Iaria, evento accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria. Non si assisteva ad un convegno così partecipato all’Università da molti anni, stante la grandissima qualità dei relatori, illustri accademici come il sen. Prof. Avv. V. Nico D’Ascola, il prof. Avv. Nicola Selvaggi e l’avv. Ettore Squillaci, e illustri magistrati come il dott. Sebastiano Finocchiaro, Gip/Gup presso il Tribunale dei Minori di Rc, e il dott. Roberto Gaglioti, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, relatori che con grande entusiasmo hanno accolto l’invito del dott. Cristallino.

I lavori si sono avviati con i ringraziamenti al direttore di Dipartimento e ai relatori da parte del moderatore, dott. Antonino Cristallino, cui hanno fatto seguito i saluti del prof. Daniele Cananzi, delegato del Dipartimento alla terza missione, il quale ha evidenziato l’importanza di tali momenti, in specie se di iniziativa studentesca, e la sempre rilevanza del tema trattato. Hanno, in seguito, portato i loro saluti la sig.ra Anna Iaria e il dott. Domenico Tamiro, presidente del club patrocinatore. Il prof. Selvaggi ha magistralmente intrattenuto il numerosissimo uditorio sulla dimensione della pena nel recente provvedimento spazza corrotti, evidenziando da un lato i profili di interesse e di pregio di tale legge, connessi al ricorso alle sanzioni interdittive, nonché le manifeste illogicità di tale provvedimento, che hanno già impegnato la giurisprudenza di legittimità, nonostante i pochi mesi di vigenza della riforma, in vigore dal gennaio 2019.

Il prof. D’Ascola, nel suo intervento, che sarebbe riduttivo qualificare come relazione, trattandosi di una vera e propria lectio magistralis, ha ammonito circa l’insostenibilità di un sistema sanzionatorio fondato sull’unicità della sanzione penale e in particolare della pena carceraria, che ha determinato e determina la crisi del sistema detentivo italiano, certificata dalle varie sentenze di condanna a carico del nostro Stato per l’annoso problema del sovraffollamento carcerario. L’illustre accademico non ha mancato di sottolineare come tale sistema sia destinato a implodere, ritenendo una occasione mancata la linea tracciata e non seguita dalla legge n.81/89 in tema di diritto amministrativo punitivo. La centralità della pena carceraria causa incertezza della pena, dinnanzi a cui le misure alternative alla detenzione non costituiscono rimedi adeguati, essendo piuttosto necessario ricorrere a misure principali alternative alla detenzione.

Il dott. Finocchiaro, in ragione della sua competenza professionale, ha evidenziato le peculiarità del diritto penale minorile, stante la minore età del reo, che richiede un approccio differenziato dell’ordinamento nell’applicazione ed esecuzione della sanzione. Si è poi soffermato ad evidenziare come il legislatore in tema di diritto penale minorile abbia adottato soluzioni, poi seguite anche in sede ordinaria, a testimonianza della estrema utilità di tale settore, la cui necessaria duttilità rappresenta uno stimolo per sperimentare soluzioni utili al funzionamento della giustizia. Si è, in seguito, soffermato sull’istituto dell’irrilevanza del fatto, della messa alla prova e del perdono giudiziale, fornendo un grande contributo in termini di sua esperienza professionale e consentendo di creare quel collegamento fra mondo universitario e professionale più volte auspicato.

Il dott. Gaglioti ha concentrato il suo intervento sulla funzione rieducativa della pena, tema centrale per ogni riflessione sulla pena, stante il dettato costituzionale di cui all’art. 27, c.3, che informa la stessa al tendenziale finalismo rieducativo. Di pregio i riferimenti alla giurisprudenza costituzionale e convenzionale, che hanno fornito un quadro sistematico dell’argomento trattato.

L’avv. Squillaci si è intrattenuto magistralmente sull’analisi del recente decreto c.d Salvini, evidenziandone la disorganicità, trattando di materie del tutto eterogenee, e i profili di tensione costituzionale. Ha fornito una analitica analisi della nuova fattispecie contravvenzionale dell’accattonaggio, di cui si è precisato la illogicità delle scelte in materia di cornice edittale, il grossolano errore nel riferimento al sequestro in luogo della confisca. Si sono manifestati i rischi connessi a tale provvedimento, il quale si spinge sempre più nella direzione di un diritto penale del nemico, in contrasto con lo statuto costituzionale del reato. Grande soddisfazione per gli organizzatori, i quali ringraziano il direttore del Diparimento, prof. Ferrara, per aver sostenuto questa iniziativa, nel solco di un’apertura del Dipartimento alla cittadinanza, Dipartimento che vuole porsi quale strumento di riflessione e incontro. Il numerosissimo pubblico presente riempie di gioia, in quanto è il segno di una comunità accademica e professionale viva e vitale, che necessita sempre più di momenti di confronto con grandi personalità del nostro territorio, che vanta delle eccellenze da mettere in vetrina.

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