Ticket: Federconsumatori diffida le aziende sanitarie

La non corretta informazione ed i modelli in uso agli sportelli escludono cittadini dall’esenzione e creano indebiti

Con nota dello scorso 25 marzo Federconsumatori Calabria ha inoltrato al Commissario ad Acta alla sanità, ai Direttori delle Aziende provinciali, del Dipartimento Regionale della Salute ed al Ministero della Salute, la diffida alla corretta applicazione della normativa sull’esenzione dei ticket sanitari e all’utilizzo di una appropriata modulistica, ad oggi, inadeguata a fornire ai cittadini la comprensibile informazione ai fini dell’attribuzione del codice di esenzione. Per Mimma Iannello, Presidente di Federconsumatori Calabria: “La modulistica in uso, accompagnata dalla scarsa informazione fornita agli sportelli distrettuali delle ASP o dai medici prescrittori, crea confusione e genera indebiti a carico dei cittadini. In queste settimane siamo sommersi da cittadini chiamati a restituire importanti somme a titolo di indebiti maturati nel lontano 2011 per prestazioni non coperte da esenzione per errori commessi nell’attribuzione dei codici, ed in molti casi aventi diritto con la corretta assegnazione del codice. Indebiti nati dalla difficoltà dei cittadini a decifrare una norma tanto complessa per quanto iniqua e con enormi vuoti interpretativi. Non sono i furbi di circostanza, sono cittadini, pensionati, disoccupati a basso reddito, vittime in buona fede della burocrazia che obbliga, non solo all’autocertificazione, ma persino all’auto attribuzione del codice di esenzione sulla base di norme che persino gli addetti ai lavori faticano a decifrare.

E’ compito delle Aziende fornire e semplificare l’informativa ai cittadini affinché possano avere facile accesso al diritto alle cure. Così non è stato e continua a non essere al punto che gli indebiti ed i contenziosi sono destinati a riprodursi di anno in anno. Tant’è, sono numerosi i ricorsi presentati dalla stessa Federconsumatori per il corretto riesame del requisito all’esenzione che le Aziende promuovono dopo 9 anni e quando per molti cittadini è anche complicata l’autotutela.

Non è casuale della disinformazione fra i cittadini che, dalla data di entrata in vigore delle disposizioni regionali di esenzione ad oggi, molti cittadini non abbiano ancora chiaro quale sia il loro esatto codice di esenzione. Non è una questione da poco, è una lacuna grave del sistema di informazione in capo alle ASP che espone i cittadini ad autocertificare sotto propria responsabilità la sussistenza del diritto all’esenzione senza la minima consapevolezza di ciò che dichiarano.

E’ inconcepibile che in tutto questo tempo le Aziende non abbiano attrezzato i propri uffici a veicolare verso i cittadini la più puntuale informazione. E’ assurdo che la modulistica in uso, insufficiente a inquadrare la casistica degli aventi diritto, non tenga conto, ancora oggi, delle modifiche normative intervenute e che, se non applicate, escludono molti cittadini dal diritto all’esenzione. E’ il caso ad esempio, dei non occupati che riguarda tanti cittadini, molte donne, casalinghe, giovani, che vanno correttamente equiparati ai disoccupati ai sensi del Dgls 150/2015, e per questo, aventi diritto all’esenzione con codice E02. Così accade per i pensionati con trattamento minimo che non conoscono il significato previdenziale di quella definizione e pensano di poter essere collocati in un codice di esenzione anziché altro in coerenza al possesso del requisito reddituale. O ancora per i disoccupati. Manca della corretta informazione persino il portale del Ministero e pure delle ASP. Una grave omissione informativa.

Federconsumatori sostiene da tempo il superamento dell’attuale normativa sui ticket, perché iniqua socialmente, ed in quanto inibisce i cittadini alla prevenzione e alle cure, non genera il gettito atteso e sposta la domanda verso il privato a pagamento. Nelle more, riteniamo però necessario introdurre l’ISEE quale strumento, nazionale e regionale, per certificare lo stato di bisogno, oltre che sanitario, anche reddituale e patrimoniale del soggetto richiedente l’esenzione sanitaria e del suo nucleo familiare. Si può essere, ad esempio, disoccupati ma possedere ingenti patrimoni mobiliari e immobiliari. E’ l’Isee che fotografa più oggettivamente lo stato di bisogno. A ciò si aggiungono poi partite d’interpretazione normativa nell’accesso all’esenzione, riguardo i percettori e non, di reddito e pensione di cittadinanza.

Per intanto, chiediamo e diffidiamo il Commissario ad Acta e le Aziende, ed il Ministero da garante, ad intervenire al più presto per attrezzare l’intera filiera sanitaria interessata, della conoscenza e dell’informazione più aggiornata da trasferire ai cittadini attraverso una coerente ed efficace modulistica ed un vademecum esplicativo. Sarebbe, ed è omissivo delle prerogative del SSR, privare i cittadini alla corretta informazione. Su questo, e sull’esigibilità del diritto alla salute bistrattato dal perdurare delle tante criticità sanitarie, resteremo vigili e pronti ad offrire agli utenti del servizio ogni assistenza.”

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