Sudan. Monsignor Kur Adwok: Con l’esercito i civili siano cauti

Vescovo di Khartoum: attenzione ad agenzie che sostengono regime

(DIRE) 15 Apr. – “I civili dovrebbero muoversi con cautela nei confronti dell’esercito, almeno fino a quando la situazione non apparira’ piu’ chiara dal punto di vista della sicurezza”: cosi’ all’agenzia ‘Dire’ monsignor Daniel Marco Kur Adwok, vescovo ausiliario di Khartoum. L’intervista si tiene dopo la destituzione del presidente Omar Hassan Al-Bashir e l’entrata in carica di un “consiglio militare di transizione”, che si e’ impegnato in prospettiva a trasferire il potere a un esecutivo espressione di partiti e movimenti politici. Secondo il vescovo, la caduta del capo di Stato al potere dal 1989 e dei suoi “collaboratori di vertice” e’ stata possibile non solo per le manifestazioni di piazza in corso da dicembre ma anche per il sostegno offerto negli ultimi giorni dalle forze armate ai dimostranti. L’assunto di monsignor Kur Adwok e’ che “in oltre 30 anni il Partito del Congresso nazionale ha consolidato il proprio potere sul piano economico e politico anche attraverso agenzie per la sicurezza come i National Intelligence Security Services (Niss), le Popular Defence Forces e la Rapid Support Force”. Organismi, questi, in prima fila nei tentativi di repressione del movimento di piazza. “Nei giorni scorsi e’ apparso chiaramente che sostenevano Al-Bashir e il suo governo – sottolinea il vescovo – e infatti alcuni manifestanti sono stati uccisi”. Un passaggio decisivo, allora, sarebbe la riforma delle agenzie per la sicurezza. “Il vecchio regime potrebbe ritornare” avverte monsignor Kur Adwok. “Finche’ i dirigenti del Niss e degli altri corpi speciali non saranno costretti ad ascoltare le richieste popolari di cambiamento e democratizzazione politica, i leader del movimento di protesta non dovrebbero entrare in conflitto con l’esercito, che finora ha protetto i civili aiutandoli a resistere”. In prospettiva, poi, ci sono i nodi economici e sociali. “La rivolta – sottolinea il vescovo – e’ stata innescata dall’improvviso aumento di beni essenziali come pane e carburante e dal fatto che il governo non aveva predisposto meccanismi di protezione sociale, a partire da aumenti salariali che scongiurassero un peggiormento delle condizioni di vita dei lavoratori”. (Vig/Dire) 11:19 15-04-19

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