Cannizzaro: vanificati i tentativi di “rianimare un decreto malato”

Limitare i danni: questo è stato l’obiettivo che ci siamo posti in aula come gruppo parlamentare. Altro non è stato possibile fare, davanti all’utopia proposta dai gruppi di maggioranza a trazione grillina, ostinati difensori del commissariamento totale delle funzioni più elementari della sanità calabrese. Abbiamo ottenuto una piccola vittoria che assume notevole importanza per quanto riguarda l’impatto economico su un provvedimento che potrebbe durare molti mesi e che, senza un nuovo governo nel breve periodo, difficilmente troverà accorgimenti migliorativi o, come spero, l’abrogazione totale. Insieme agli altri colleghi Deputati, e soprattutto grazie al carattere e alla concretezza della nostra Coordinatrice calabrese Jole Santelli, abbiamo evitato che sprechi di risorse finanziarie fossero alimentati dai maxi stipendi dei manager individuati oltre Calabria e che i relativi bonus economici venissero assegnati senza una correlazione ai risultati conseguiti, una “stortura” anomala corretta da noi e che vedeva come autori proprio i “predicatori” grillini della tanto decantata cattiva gestione economica della spesa sanitaria. Oltre non è stato possibile fare in un’aula dove l’ipocrisia giallo-verde a toccato livelli insostenibili e dove il conflitto d’interessi pentastellato su nomine ed incarichi di responsabilità, è emerso in tutto il suo clamore. A poco sono valse le dimissioni da relatrice del provvedimento in aula dell’on. Nesci, prontamente sostituita da altra grillina. Ecco sgretolarsi un altro falso mito, tutto onestà e rettitudine, figlio ipocrita di quei cinquestelle che, in questo caso calabresi, sempre più spesso non sono altro che il cavallo di troia di logiche trasversali e già ripudiate ma ancora esistenti e ben radicate. Solo in extremis, sempre Forza Italia e grazie all’indomita Jole Santelli, siamo riusciti ad evitare la paralisi del settore appalti per le forniture delle aziende sanitarie ed ospedaliere della regione, facendo approvare un emendamento che consenta di procedere ugualmente ma in attesa della convenzione con l’ANAC. Purtroppo gli emendamenti necessari a rendere almeno in minima parte utile il del Decreto Calabria, sono stati per la maggior parte affossati con folle consapevolezza, dichiarando di fatto una incapacità “solo” calabrese di saper gestire risorse finanziarie ed umane. Un affido condizionato ad altre regioni che di fatto creerà un conflitto d’interessi in chi, chiamato a risolvere i problemi della nostra regione, si troverà a dover arginare la migrazione sanitaria magari verso proprio quelle proprie regioni da cui loro stessi provengono. Un mancato utilizzo della stazione unica appaltante a pieno regime che non trova logica in ambito territoriale e meno che mai fuori confini, e che, di sicuro, non ci rassicura sul corretto utilizzo del “bancomat” sanitario calabrese di cui Di Maio tanto ha parlato. Con questo Decreto, di fatto, il bancomat è stato spostato altrove e non credo che le esigenze di chi farà “i prelievi”, coincidano con quelli che ne hanno realmente bisogno. I livelli di assistenza minima non miglioreranno, le organizzazioni aziendali sono compromesse, i bilanci delle Asp in gran parte non sono veritieri, la migrazione sanitaria è a livelli altissimi, appalti e forniture sono difformi e spesso ostacolati da indagini, ritardi ed altri meccanismi oscuri di guadagno illecito. La gente che vive la realtà quotidiana non ha più fiducia nel servizio sanitario pubblico e vede quello privato come una sorta di “costrizione veicolata” da interessi generali ed occulti. Il processo di conversione in legge del Decreto Calabria ora passa al Senato dove, mi auguro, ci sia lo stesso confronto duro ed intenso che Forza Italia ha posto in aula alla Camera dei Deputati e, soprattutto, in Commissione Affari Sociali, dove non abbiamo mai rinunciato alla discussione ma, anzi, siamo stati inflessibili sulla ricerca e la possibilità di ottenere qualsiasi, anche piccola, concessione di emendamenti ritenuti utili alla causa regionale. Senza apparire banale, oggi i calabresi possono solo affidarsi ai nostri tanti e bravi medici che, in molti casi, sopperiscono alla mancanza di strumenti e risorse con la passione e dedizione che li contraddistingue da sempre, e meritevoli di onorare fino in fondo il pronunciato Giuramento di Ippocrate, a differenza di quello di “ipocrita”, mai pronunciato ma, disgraziatamente, perfettamente rispettato da una buona parte dell’attuale politica di Governo…

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