L’ultimo saluto a Peppe Capretta, proletario e camerata

Giuseppe Rosace, espressione di quella generazione di giovanissimi proletari reggini che, a seguito della partecipazione appassionata ai moti di Reggio del luglio 1970, si avvicinarono alla politica ed abbracciarono un’area ideologica, quella della Destra missina, ha concluso, nell’umiltà dei semplici e dei generosi “figli del popolo”, la sua esistenza terrena. Rosace, per tutti “Peppe Capretta”, fu uno di quelle migliaia di giovani delle periferie che, negli anni turbolenti della Rivolta di Reggio, scelsero di stare dalla parte della Città tradita, pagando spesso pesantemente quella posizione, che non fu politica bensì passionale rappresentando e racchiudendo nell’azione, di piazza e/o militante, quella “regginità” che gli opportunisti, i tornacontisti della politica non comprendono e spesso deridono. Peppe Capretta, esuberante nella sua militanza tra i ranghi di quella corporazione di lavoratori e studenti che componeva il Fronte della Gioventù, mitico raggruppamento giovanile del MSI-DN, incappò nelle maglie di quella che all’epoca si definiva “la repressione di regime” e, fors’anche consapevole a metà di quel che gli stava accadendo, subì, grazie alla neonata “legge Reale”, il confino per motivi politici – quindi per reati di opinione e di militanza – ; venne infatti “spedito”, per ben due anni,  in uno sperduto paesino della Sardegna, dove soffrì emarginazioni ed angherie quotidiane. “Capretta” – espressione di una Comunità politica ed ideale che nacque intorno al senatore reggino Ciccio Franco – insieme a tantissimi proletari come lui conobbe la galera per motivi politici e fu anche escluso per molto tempo, a causa dei carichi giudiziari, dall’ingresso nel mondo di lavoro. Una generazione intera, aldilà degli steccati ideologici, lo ricorda con un sorriso. Domani, giorno 8 giugno, alle ore 10.30 presso la chiesa del rione Modena Peppe Capretta riceverà l’ultimo saluto.
Augusto Borbotti
Presidente Associazione “Reggionamenti”

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