Attacco di un varano in Australia, coppia gravemente ferita

Marito e moglie volevano difendere il loro cane dalla lucertola gigante. Il varano è un sauro predatore temibilissimo che può attaccare anche l’uomo

È colpa dell’uomo o della “bestia” se un animale selvatico ci attacca? Per noi dello “Sportello dei Diritti”, non ci sono dubbi: l’implacabile invasione umana dei loro areali è l’unica causa. E così l’aggressione da parte di un varano avvenuto ieri, 16 agosto, ad una coppia di anziani insieme al loro cane nello stato del Queensland in Australia non deve sembrare un evento eccezionale, anche se raro. A segnalarlo, un rapporto dei soccorritori australiani con il quale riferisce che la lucertola gigante ha attaccato, prima il cane della coppia. Quando l’uomo e la donna hanno cercato di salvare il loro animale domestico, sono stati, a loro volta, aggrediti con graffiati e morsi dal sauro. L’uomo di oltre 70 anni, ha riportato “gravi ferite” alle braccia e alle gambe, ha detto il portavoce dei soccorritori. La donna, ha invece riportato ferite al piede. “I pazienti sono stati fortunati a non essere stati feriti ancora più seriamente”, ha dichiarato il portavoce. I due sono stati curati presso il locale ospedale. Meno fortuna ha avuto il cane della coppia: non è sopravvissuto all’attacco, secondo la radio-televisiva australiana ABC. Il varano gigante, noto anche con il suo nome aborigeno di Perentie, il varano più grande dell’Australia, è uno dei più temibili e letali animali che vivono sulla terra. Per capire il perché, basta trovarselo davanti: un lucertolone lungo 2,5 metri, coperto da squame, con lunghi artigli e lingua biforcuta che saetta dalla bocca, capace di attaccare prede grandi come un bufalo. O un uomo. Il varano sembra un mix tra una creatura delle leggende medievali e un dinosauro. Un feroce predatore che predilige le zone ovest della Grande Catena Divisoria. È forse il più attivo tra i rettili predatori, può percorrere fino a 10 km al giorno in cerca di cibo, e anche se si muove in genere lentamente, a 5 km/h, può compiere scatti fulminei e raggiungere velocità di 18-20 km/h. Per questo motivo, avvicinarsi a meno di 10 metri è molto, molto pericoloso. L’arma segreta del varano è il morso, con cui inocula nella vittima un mix letale di batteri e veleno. Alla fine del 2005 alcuni ricercatori dell’Università di Melbourne scoprirono che il varano gigante, così come altri varani e lucertole, possono essere velenosi. In passato era stato ipotizzato che i morsi inflitti da tali lucertole causassero infezioni dovute ai numerosi batteri presenti nelle loro bocche, ma questi ricercatori hanno dimostrato che gli effetti immediati sono causati da un lieve avvelenamento. Essi hanno osservato attentamente le dita di persone morse da varani vari (V. varius), draghi di Komodo (V. komodoensis) e varani arboricoli maculati (V. scalaris), rendendosi conto che l’effetto di tali morsi era simile in tutti i casi osservati: rapido gonfiore entro pochi minuti, interruzione localizzata della coagulazione del sangue e dolore lancinante esteso fino al gomito che può protrarsi per alcune ore. Gli individui più grandi cacciano anche animali di grossa taglia, come piccoli canguri, vombati e persino dingo solitari. Vi sono stati anche casi di aggressioni ad animali domestici, come gatti e cani di piccola e media taglia. I varani giganti attaccano utilizzando le forti mascelle, gli artigli e la lunga e potente coda come una frusta; le loro code sono così forti che possono facilmente spezzare la gamba di un cane con un singolo colpo. Una volta che hanno agguantato la preda con le loro fauci, la scuotono a morte per poi inghiottirla intera.Il cannibalismo tra i varani giganti è stato confermato; le feci degli esemplari selvatici contengono spesso denti, artigli e altre prove del loro cannibalismo. Non a caso, in passato gli indigeni ne parlavano come di draghi divoratori di uomini e animali. Secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ci dovremo abituare sempre più a questo tipo di attacchi specialmente se scegliamo di passare, a nostro rischio e pericolo, le nostre vacanze in posti frequentati da predatori e animali selvatici che, per loro natura, dobbiamo temere e rispettare.

c.s. –  Giovanni D’Agata

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