Made in Italy. Contro dazi su parmigiano – grana proteste in basi USA

A rischio export in Stati Uniti “Così si favoriscono i fake”

(DIRE) 24 Set. – I produttori italiani di Parmigiano reggiano e Grano padano sono pronti a manifestare di fronte alle basi militari americane. In effetti, da Oltreoceano arrivano notizie preoccupanti per l’agroalimentare Made in Italy. Gli Stati Uniti, a quanto pare, minacciano l’applicazione di dazi ‘a carosello’ (per alcuni mesi al 100% a rotazione). “Una misura inaccettabile che rappresenterebbe l’inizio di una vera guerra commerciale”, fanno sapere dal Consorzio del Parmigiano reggiano, i cui rappresentanti hanno partecipato nei giorni scorsi a Washington a un meeting con l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Armando Varricchio, e il responsabile congressional and Public affairs della Us Chamber of commerce, Nicholas Vaugh. “Il mercato americano e’, dopo la Francia, il secondo mercato estero per il Parmigiano. Trump minaccia di applicare un dazio pari al valore del prodotto importato. Cio’ significa che il dazio passerebbe da 2,15 dollari a 15 dollari al chilo: si puo’ stimare che il costo del Parmigiano reggiano passerebbe da 40 dollari a 60 dollari al chilo. Ad un aumento di prezzo corrispondera’ inevitabilmente un crollo dei consumi dell’80-90%”, calcola il presidente del consorzio, Nicola Bertinelli. “Lanciamo quindi un messaggio alla politica italiana, e precisamente chiediamo di adoperarsi affinche’ non arrivi sul nostro comparto una mazzata ingiusta che andrebbe a colpire uno dei pochi motori positivi dell’economia italiana. Siamo pronti a fare gioco di squadra con tutti i settori del Food di qualita’ italiana per vincere questa battaglia”, assicura Bertinelli. Per questo c’e’ grande attesa per la visita del Segretario di Stato degli Stati Uniti Mike Pompeo, fissata per i primi giorni di ottobre: “La visita sara’ l’occasione per sensibilizzare gli Stati Uniti sulle ragioni italiane”. Di fatto resta la preoccupazione per le sorti di un intero settore. “I corposissimi incrementi di dazi annunciati dal presidente Trump genererebbero nei confronti del Grana padano e del Parmigiano reggiano due pesantissimi risultati: azzerare, o quasi, il nostro export negli Stati Uniti, che oggi sfiora le 400.000 forme anno, e l’annullamento degli introiti, da parte degli americani, visto che l’attuale export paga dazi, non rilevantissimi, ma li paga”, ricorda il direttore generale del Consorzio Grana padano, Stefano Berni. “Una decisione che si tradurrebbe in un grandissimo regalo di Trump ai produttori di ‘fake’ statunitensi. In altre parole, verrebbe usato lo strumento dei dazi, autorizzato dal Wto, per un generoso regalo ai ‘copioni’ americani delle nostre pregiate dop casearie. L’effetto in Italia di questo provvedimento, che viene annunciato come imminente, sarebbe devastante”, avverte Berni. “Sarebbe un cospicuo danno al sistema lattiero caseario italiano perche’ circa il 40% del nostro latte e’ trasformato in Grana padano e Parmigiano reggiano e i prezzi dei due prodotti condizionano, anzi trascinano, tutto il prezzo del latte italiano anche quello a destinazioni diverse”, spiega. “Il nostro appello e’ rivolto soprattutto ai rappresentanti del governo, ai parlamentari nazionali e quelli di Bruxelles. Le istituzioni hanno ancora tempo per intervenire, ricordando oltretutto che l’Italia non c’entra nulla con Airbus, sodalizio franco-tedesco-inglese-spagnolo. Se, invece, avverra’ quanto minacciato, chiameremo tutti i produttori di latte e formaggi italiani a manifestare davanti ai numerosi insediamenti militari statunitensi in Italia, che ospitiamo con grande piacere, a Montichiari, Ghedi, Longare e Vicenza”, minaccia Berni, convinto dell’adesione anche degli allevatori. (Vor/ Dire) 15:54 24-09-19

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