Migranti. Di Maio presenta il decreto: Velocizziamo i rimpatri

Ministro Esteri: Intese 14 Paesi per chi non ha diritto a restare

(DIRE) 4 Ott. – “Il decreto ‘rimpatri sicuri’ si occupera’ degli sbarchi di ogni tipo, dalle ong – il 10% – ai barchini, avviando un meccanismo di rimpatrio che durera’ da due anni a quattro mesi. In Italia siamo all’anno zero sui meccanismi dei rimpatri, nulla e’ stato fatto negli ultimi 14 mesi e il primo step e’ stato fissare una nuova lista di Paesi sicuri”. Cosi’ il ministro degli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, annunciando in conferenza stampa in Farnesina la firma del decreto ministeriale sui migranti insieme al titolare della Giustizia Alfonso Bonafede. “I Paesi per i quali si velocizzano i rimpatri – ha specificato Di Maio – sono: Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia, oltre a Senegal, Ghana, Capo Verde, poi Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Ucraina”. Di Maio ha spiegato cosi’ la scelta: “Su 7.117 arrivi del 2019 oltre un terzo appartiene a questi Paesi. Anche per queste persone si deve attendere due anni ed e’ anche questo che rallenta i rimpatri”. Secondo il ministro, questo decreto, firmato anche dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, aumenta la consapevolezza che “chi sta qui, deve stare qui. Se non puoi, devi tornare indietro, a meno di notizie di persecuzioni e violazioni”. Si tratta “di un primo step” ha detto Di Maio. “Nei prossimi giorni implementiamo il Fondo rimpatri volontari, che dovra’ superare i 50 milioni di euro, che serve come base agli accordi coi Paesi terzi” che manifestano “la volonta’ di rimpatriare”. Un fondo, proposto inizialmente dal Movimento 5 Stelle, da “potenziare nella prossima agenda di bilancio”. Secondo Di Maio, “con Marocco e Tunisia l’obiettivo e’ rafforzare o ratificare nuovi raccordi per accelerare i rimpatri”. Il ministro ha annunciato due viaggi in entrambi i Paesi: con Rabat “c’e’ un accordo da ratificare”, con Tunisi “lo rafforzeremo” e inoltre “approfondiremo le relazioni in quei Paesi”. Infine Di Maio ha spiegato che si lavorera’ con la Cooperazione allo sviluppo per fermare le partenze. Il ministro ha concluso dichiarando di non essere d’accordo col meccanismo dei ricollocamenti: “Io non penso che la redistribuzione sia la soluzione, e’ un meccanismo che aiuta come Europa non come Italia. Per le regole europee, accogliamo chi ha bisogno di aiuto. Gli altri saranno rinviati nei Paesi, in sicurezza. Se in un Paese di origine si viene a sapere che non solo puoi arrivare in italia, ma con la redistribuzione puoi arrivare in Francia, e’ chiaro che si crea un fattore di pull-factor”. (Alf/Dire) 11:56 04-10-19

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