Il Garante Metropolitano Rc delle persone private o limitate della libertà personale incontra il Direttore dell’O.I. dei diritti umani

Il Prof. Antonello Nicosia, direttore dell’Osservatorio internazionale dei diritti umani, incontra l’Avv.ta Cristina Arfuso, componente dell’ufficio del Garante metropolitano dei diritti delle persone private o limitate della libertà  di Reggio Calabria, che collabora fattivamente con il Garante Dott. Paolo Praticó. I suicidi e le problematiche carcerarie si stagliano fin da subito al centro dell’incontro. Il garante effettua insieme ai collaboratori delle visite costanti. L’avv.ta Arfuso non è lasciata da sola in questo delicato compito, più che altro una missione. Nella visita delle carceri è affiancata dalla dott.ssa Valentina Arcidiaco e dagli avv.ti Giuseppe Gentile e Giovanni Montalto. L’Osservatorio Internazionale dei diritti umani dichiara a gran voce la propria disponibilità a collaborare attivamente nella realizzazione delle diverse attività che potranno migliorare fattivamente le condizioni dei detenuti ristretti nelle carceri della città metropolitana.
Il prof. Nicosia ringrazia per la disponibilità e ricorda che le attività dell’Osservatorio hanno come obiettivo principale il rispetto dei principi della Costituzione, nonché delle leggi a tutela del detenuto. Il regolamento penitenziario impone un trattamento rieducativo che mira al reinserimento sociale dei detenuti. Questo assunto ci permette di comprendere il vero valore educativo delle carceri, la cui funzione non è quella meramente punitiva quanto invece quella che si prefigge come scopo principe la nuova introduzione dei detenuti nel tessuto sociale, dopo un attento e scrupoloso lavoro di rieducazione.
Con il garante, continua Nicosia, “avvieremo una serie di progetti, proponendo, insieme alle aree trattamentali degli istituti, laboratori e sportelli utili alla rieducazione e il reinserimento, includendo anche l’assistenza ai familiari”.
L’avv.ta Arfuso ritiene utile fare rete e collaborare con esperti e associazioni che possano aiutare il lavoro. Ricorda che purtroppo non esiste una territorialità della pena, avere contatti con chi monitora le carceri in tutta Italia ci permette di risolvere, in tempi celeri, alcune problematiche.
Pertanto continua: “Accettiamo di buon grado la proposta del prof. Nicosia, di aprire le porte ai giovani per abbattere il pregiudizio facendo conoscere loro la realtà carceraria, coinvolgendo le scuole del territorio per avviare progetti e laboratori educativi.”
Nicosia conclude, ricordando “L’ozio è il padrone dei vizi,imbruttisce l’animo e non permette di comprendere la vita”. Non è assolutamente tollerabile una condizione simile nelle carceri, l’impegno e l’attivismo dei detenuti deve essere il centro attorno al quale far ruotare ogni proposta rieducativa. Il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero, ce lo dice la nostra stessa Costituzione che fonda se stessa su un principio fondamentale: “L’ Italia è una una repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Il primo articolo parla chiaro,dal lavoro e dall’ intervento rieducativo è necessario partire al fine di poter donare ai detenuti un’ampia visione della vita e della realtà circostante. Tante sono le idee e i buoni propositi condivisi, un’ottima base da cui partire,avendo ben fisso in mente un unico: la tutela dei diritti dei detenuti.

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