Turismo. Calabria, la grande chance dell’incoming internazionale

Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio: «Se si punta a raggiungere l’attuale perfomance del Mezzogiorno, il sistema economico regionale potrebbe beneficiare di oltre 130 milioni di euro in più di spesa turistica».

È tutto in salita il percorso di crescita del turismo in Calabria. A generare una concreta opportunità per lo sviluppo del settore, potrebbe essere l’incoming internazionale. E, infatti, se da un lato, il turismo calabrese presenta uno dei livelli di internazionalizzazione più bassi d’Italia, dall’altro, ottiene il primato di uno degli indicatori più rilevanti di analisi delle potenzialità future del mercato turistico regionale: la permanenza media. E così, se i 340 mila turisti stranieri che hanno scelto la Calabria quale destinazione per trascorrere una vacanza rappresentano solo lo 0,5% del totale degli arrivi stranieri in Italia, è altrettanto vero che gli stessi decidono di soggiornarvi più a lungo, in assoluto, rispetto al resto del paese: 6,08 notti a fronte dei 3,43 pernottamenti medi registrati a livello nazionale. Una tendenza da “primato” che alimenta la spesa turistica, cresciuta del 4,9% nell’ultimo anno portandosi a quota 193 milioni di euro.

«È del tutto evidente – analizza il presidente dell’Istituto Demoskopika, Raffaele Rio – che esiste una relazione direttamente proporzionale tra arrivi e presenze: all’incremento dei turisti stranieri in Calabria, le presenze potrebbero crescere più del doppio rispetto al dato italiano. E ciò potrebbe innescare un moltiplicatore virtuoso della spesa turistica. Se, ad esempio, – precisa Raffaele Rio – si puntasse ad ottenere la stessa incidenza di turisti stranieri attualmente detenuta dal Mezzogiorno, per la Calabria si potrebbe verificare un incremento di ben 172 mila arrivi e di circa 1 milione di pernottamenti con un beneficio per il sistema economico regionale, in termini di nuova spesa turistica generata sul territorio, pari a oltre 130 milioni di euro. In questa direzione – conclude Raffaele Rio – seppur in chiave non esaustiva e onnicomprensiva, vince chi è più capace di suscitare interesse per le destinazioni dimostrando un utilizzo sapiente e integrato delle strategie di promo-commercializzazione dei territori in direzione di una maggiore valorizzazione delle motivazioni, delle aspettative e delle esperienze di chi viaggia».

Incoming internazionale: Calabria pesa soltanto lo 0,5% in Italia. Con i suoi 340 mila arrivi stranieri nel 2018, che hanno prodotto oltre 2 milioni di presenze, la Calabria rappresenta soltanto lo 0,5% dell’incidenza percentuale dei flussi turistici generati dall’incoming internazionale. Un risultato che, nel 2018, colloca la destinazione turistica regionale al quart’ultimo posto in Italia. Un peso scarsamente rilevante, ancora più evidente se confrontato con altre destinazioni regionali: in Toscana il peso è pari al 12,4%, in Trentino Alto Adige al 10,5%, in Sicilia al 3,7% e in Puglia all’1,6%. Più in basso soltanto altre tre realtà territoriali: Abruzzo con 201 mila arrivi (0,3%), Basilicata con 142 mila arrivi (0,2%) e, infine, Molise con poco più di 11 mila arrivi e con un peso sul dato complessivo italiano prossimo allo zero.

Apertura del sistema turistico: Calabria ancora distante dal resto del paese. La Calabria presenta uno dei livelli di internazionalizzazione più bassi d’Italia. Il relativo indice, che misura l’incidenza della componente straniera sulle presenze turistiche complessive, ha registrato, infatti, un posizionamento pari al 19%. In altri termini, nel 2018, su 100 turisti che hanno trascorso la vacanza in Calabria, 19 risultano stranieri mentre la rimanente quota, molto rilevante, è costituita da ben 81 turisti. Un dato distante sia rispetto al dato italiano (49% arrivi stranieri e 51% di arrivi italiani) che all’intera area del Mezzogiorno (28% arrivi stranieri e 72% di arrivi italiani).

Se si sposta il confronto ad altre destinazioni regionali, inoltre, emerge in maniera ancora più evidente, l’attuale distanza del “sistema Calabria” rispetto all’Italia. Si parte dalla Puglia che presenta il 26% di turisti stranieri (7 punti percentuali in più rispetto alla Calabria); e, ancora, la Liguria con il 46% di turisti stranieri sul dato complessivo regionale (27 punti percentuali in più rispetto alla Calabria). A chiudere, per un ulteriore confronto, il Trentino Alto Adige dove la quota di turisti stranieri è addirittura superiore a quella degli arrivi italiani: 56% vs. 44% (37 punti percentuali in più rispetto alla Calabria).

Primati: alla Calabria l’oro della permanenza media dei turisti stranieri. La Calabria presenta la permanenza media più alta d’Italia. In altri termini, ogni turista straniero che sceglie di trascorrere la vacanza in Calabria, genera 6,08 notti a fronte dei 3,43 pernottamenti medi registrati a livello nazionale. Il dato complessivo, dunque, fa registrare, nel 2018, oltre 2 milioni di pernottamenti (presenze straniere) generati da 340 mila turisti (arrivi stranieri). È bene precisare – si legge nello studio dell’Istituto Demoskopika – che la permanenza media risulta un indicatore estremamente interessante in chiave di analisi delle potenzialità future del mercato turistico regionale. La variabile si ottiene rapportando il numero delle presenze registrate in un determinato periodo sul numero degli arrivi nello stesso periodo. In questo caso, poiché, l’interesse è legato ad una migliore comprensione dei flussi turistici stranieri, la permanenza media è stata rilevata per i movimenti turistici (arrivi e presenze) stranieri.

Spesa turistica: in crescita del 4,9% rispetto all’anno precedente. Nel 2018, secondo i dati più recenti della Banca d’Italia, la spesa generata dai turisti stranieri in Calabria ammonta a 193 milioni di euro con un incremento del 4,9% rispetto all’anno precedente. L’espansione della spesa turistica è stata trainata prioritariamente da quelle dovute a viaggi per motivi personali con 175 milioni di euro, pari al 91% dell’ammontare complessivo, in particolare per vacanza con 94 milioni di euro; mentre le entrate per viaggi d’affari hanno fornito un contributo decisamente minore, 18 milioni di euro, pari al rimanente 9%. Come era prevedibile, a registrare la maggiore spesa turistica, inoltre, la vacanza al mare con 67 milioni di euro, pari a 35% seguita, con una significativa distanza, dalla vacanza culturale o in una città d’arte con 12 milioni di euro (6,1%). Alla crescita delle entrate complessive per il sistema turistico calabrese, infine, hanno contribuito soprattutto gli arrivi provenienti da Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Argentina e Svizzera che hanno generato una spesa turistica di ben 128 milioni di euro pari a poco meno del 70% delle entrate totali.

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