Mauro su operazione Helianthus e su dati Istat lavoro

«Esprimo profonda gratitudine per il prezioso lavoro che inquirenti e forze dell’ordine, ogni giorno, mettono in campo per liberare la città dalla cappa mafiosa che opprime i nostri territori. L’operazione Helianthus, ancora una volta, dimostra la pervasività della ‘ndrangheta che è ormai sedimentata persino nei gangli più sottili della nostra economia, assoggettandola, condizionandola ed opprimendola. Ecco perché l’opera fondamentale di repressione e la preziosissima attività d’indagine devono essere necessariamente accompagnate da una vera e propria “terapia shock” da parte dello Stato affinché possa mettere chiunque nelle condizioni di poter lavorare liberamente, scevro da qualsivoglia tipo di condizionamento».Così, il vicesindaco metropolitano Riccardo Mauro, commenta l’esito dell’operazione coordinata dalla Procura distrettuale Antimafia e condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria che, nella giornata di ieri, ha portato all’arresto di boss e gregari della cosca Labate, egemone nella zona sud.

«Quanto sta emergendo dalle indagini – ha spiegato l’inquilino di Palazzo San Giorgio – ci deve far riflettere spronandoci sempre più a non indietreggiare di un solo millimetro dall’obiettivo di annientare ogni anelito di ‘ndrangheta che soffoca la nostra gente e la costringe ad emigrare per l’impossibilità di vivere, agire e lavorare in un contesto economicamente libero e sicuro. L’effetto dell’oppressione mafiosa nei settori vitali del commercio e dell’impresa si possono tranquillamente leggere anche negli studi recenti pubblicati dall’Istat che raccontano la fuga, dalla nostra città, della fascia d’età che va da 0 a 40 anni. Ciò si traduce nell’assenza del futuro, nella difficoltà di programmazione, nella morte sostanziale della speranza. Tutto questo, da cittadini ancor prima che da amministratori, non possiamo accettarlo».

«L’aggressività mafiosa – ha aggiunto – non può che livellare verso il basso la qualità dell’occupazione dopando, in maniera irreversibile, l’intero andamento del mercato del lavoro che, come si evince dagli ulteriori dati Istat elaborati dalla Camera di Commercio reggina, subisce flessioni inquietanti, addirittura in controtendenza rispetto al trend nazionale. Il Governo, a questa che è l’emergenza delle emergenze, deve rispondere con interventi urgenti e concreti che facilitino l’operato e l’avvio di vecchie e nuove imprese e sgravino gli enti pubblici dal giogo del debito».

Ed ancora: «La nostra amministrazione, sia al Comune sia alla Città Metropolitana, ha fatto tutto quello che era nelle proprie possibilità per incidere su un comparto determinate che non può poggiare esclusivamente sui pilastri della pubblica amministrazione. Si sono salvaguardati i lavoratori delle ex Multiservizi, Reges e Recasi, creando opportunità nelle società a totale capitale pubblico Castore ed Hermes, abbiamo salvato Atam, grazie soprattutto al senso di responsabilità dei suoi dipendenti, rilanciando un’azienda che era sull’orlo del fallimento. Abbiamo predisposto Piani di assunzioni a Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro ed abbiamo stabilizzato i precari o assunto personale in mobilità. Insomma, per quelle che sono le competenze di un Ente pubblico, abbiamo assolto al nostro compito. Ma non basta. Serve un nuovo protagonismo dell’iniziativa privata che non può prescindere dal fattivo contributo degli apparati di Governo. Per questo motivo, mi appello al Ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, che di recente ha fatto visita all’Autorità portuale di Gioia Tauro potendosi rendere conto in prima persona delle grandissime potenzialità del nostro territorio, affinché Reggio, la Calabria e l’intero Meridione possano finalmente risollevarsi offrendo il proprio fondamentale apporto allo sviluppo generale del Paese».

«L’operato di magistrati e forze dell’ordine – ha proseguito Mauro – è decisivo ma, come si vede, non può essere sufficiente a risollevare le sorti del nostro territorio. Ci si prodighi per elaborare leggi speciali che passino dalla defiscalizzazione o dalla creazione di particolari ed esclusive politiche per la creazione di posti di lavoro. Bisogna facilitare e spingere le grandi imprese ad investire qui per creare benessere e stabilità, agevolare “zone franche”, riuscire ad immettere capitali freschi, puliti e proiettati a realizzare opportunità, prospettiva ed una visione meno drammatica del futuro. Il lavoro è lo strumento principale per sconfiggere un fenomeno che, come diceva Giovanni Falcone, è umano e come tale ha avuto un inizio ed avrà una fine. Serve però, l’aiuto di tutti».

«Il crimine – ha concluso il vicesindaco – non premia mai. E’ solo una strada che conduce in due punti d’arrivo: il carcere o la morte. Ai nostri giovani mi sento di dire che, anche di fronte alle difficoltà più nere, bisogna reagire con dignità, coraggio ed ostinazione perseguendo la via della legalità e della giustizia sociale senza, per questo, fare o sentirsi eroi. Al Governo chiedo che ci supporti concretamente nell’impegno di far restare qui questi nostri giovani».

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