Gent.mo direttore,
vorrei sottoporre all’attenzione dei tuoi lettori, alcune riflessioni e un progetto per aiutare a uscire dal guado la nostra città
Sono tanti anni che si assiste al degrado più assoluto della nostra splendida Reggio, tra saccenza, incompetenza e incapacità, fa da contr’altare una dialettica politica vuota, sterile, ipocrita, talvolta intrisa di accuse reciproche che toccano la sfera personale di ciascuno. La capacità degli amministratori si misura anche e soprattutto dalla gestione delle emergenze, mettendo in cantiere idee, soluzioni che diano “respiro” alle problematiche sociali. I proclami, ormai, non fanno più presa, effetto alcuno sui cittadini sempre più prostrati e rassegnati agli eventi che si susseguono. Non è una questione di colore politico ma di uomini, di qualità e di capacità amministrative. A Reggio la vita scorre in maniera inesorabile tra il degrado e l’indifferenza, non esistono più gli “opposti”, sinonimo di confronto, ascolto, crescita e sviluppo. Solo assuefazione!
Urge uno scatto d’orgoglio, a destra come a sinistra passando per il centro, via gli amministratori incapaci e incompetenti, via gli affaristi e i collusi che cercano di ritagliarsi spazi nelle pubbliche amministrazioni, la “Politica” riprenda il suo ruolo, i migliori cervelli che la città offre (tanti) si avvicinino alla gestione della “res publica”, senza tornaconti personali, animati dal bene comune, verso la città, i propri figli e di tutte quelle generazioni costrette a prendersi la valigia per andare lontano in cerca di maggiori fortune.
Tutti, a loro modo, hanno ragioni da vendere. Nessuno è immune da colpe! Ignari spettatori di un sistema sempre più in crisi (di uomini) pronti a schierarsi, con tifo da stadio, in favore dell’una o dell’altra fazione, spesso obnubilati da qualche prebenda ricevuta o promessa mai mantenuta. Sempre più gente, grazie anche ai grandi mezzi di comunicazione di massa, presente nella rete a blaterare, offendere e insultare chi la pensa in maniera diversa. Nel frattempo, la politica, quella a cui si riferiva Plutarco in “Consigli politici”, quella il cui fine delle proprie azioni era il bene comune, latita volutamente. Ad essere offesa e derisa è quell’attività politica che trae il suo principio dal giudizio e dalla ragione; mentre ad avere la meglio è quella dettata da vanagloria, amore di contesa o, peggio, per mancanza di lavoro. Sono abituato ad analizzare i fatti in maniera obiettiva, la critica generica non mi appartiene e cerco sempre di comprendere ciò che non va bene e cosa si vorrebbe cambiare e come lo si vuole fare.Per tale motivo, pur essendo e vivendo lontano dalla mia amata Reggio, suggerirei un progetto di largo respiro, non uno di quei “manifesti” di passata memoria, pro o contro questa o quella fazione politica, ma un atto di amore verso la città che ci ha dato i natali, verso quel luogo ideale da lasciare ai nostri figli, ai nostri nipoti.
Un tentativo per “armonizzare” il carattere dei cittadini e “condurli”, senza timore verso il meglio, a trasmettergli l’interesse e la cura di ogni aspetto della vita pubblica. Un modo di fare politica partendo dalla base, che veda il reggino artefice delle proprie scelte che devono ricadere su persone di temperamento , dotate di coraggio e assennatezza, dai comportamenti irreprensibili, che facciano da guida per le proprie virtù e non per “appartenenza” alle consorterie criminali. In una città dove mancano i servizi più elementari e dove non ci sono conquiste da fare: manca il “bottino di guerra”, bisogna rimboccarsi le maniche e, a testa bassa, lavorare alacremente per riportare la “normalità” smarrita, grazie anche ai “Colonnelli” romani sempre più lontani dalle reali esigenze e problematiche della collettività nostrana, a un’ opposizione assente e inutile già dal suo primo esordio. A mio avviso, da subito, per le prossime elezioni comunali, alla città urge un nuovo movimento fuori dai partiti tradizionali che, di politico abbia solo la competizione elettorale: SALVIAMO REGGIO!
G.C.