Coronavirus. A Napoli ricercatori CNR lavorano per individuare terapie

Progetto per sviluppare molecole che inibiscono proteina “spike” 

(DIRE) Napoli, 3 Mar. – “Attualmente la comunita’ scientifica procede su due strade parallele: una e’ quella di effettuare test clinici per sperimentare se farmaci che funzionano per altri virus sortiscono un effetto terapeutico anche contro il Covid-19, l’altra quella di studiare i meccanismi cruciali per il ciclo vitale del virus o per la sua infettivita’ e cercare di bloccarli”. Lo sottolinea Rita Berisio, che guida il gruppo di ricerca dell’Ibb del Cnr, l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del Consiglio nazionale della ricerca con sede a Napoli che da oltre un mese lavora per trovare nuove terapie per debellare il coronavirus. All’Ibb del Cnr si lavora alla seconda strategia dopo che una ricerca della Texas University ha evidenziato come il Covid-19 usi una proteina, detta ‘spike’, per ancorarsi a un recettore umano. “Uno dei nostri progetti in corso – sostiene Berisio – e’ volto allo sviluppo di molecole che inibiscano l’interazione della proteina ‘spike’ con il recettore umano, allo scopo di limitare al massimo la facile trasmissione di questo virus, che e’ il vero grande problema della sua elevata diffusione”. All’Ibb del Cnr il lavoro di ricerca sul nuovo Coronavirus viene svolto da un’equipe internazionale molto giovane composta da Berisio, due biotecnologi (la beneventana Maria Romano e Flavia Squeglia, originaria di Latina), un chimico (la salernitana Alessia Ruggiero) e un biochimico (il portoghese Miguel Moreira). “La complessita’ del contesto attuale ha ridisegnato la geografia della ricerca favorendo lo sviluppo di competenze molto specialistiche e di nuove discipline – spiega il direttore dell’Ibb Marcello Mancini – ed uno dei grandi meriti del Cnr e’ quello di aver rotto una organizzazione del sapere rigidamente disciplinare ed aver individuato un modello innovativo di studio che favorisce la multidisciplinarieta’ e che rappresenta un superamento del sapere cristallizzato in discipline. Come avviene in particolare all’Ibb dove ricercatori che studiano le biomolecole da un punto di vista strutturale e funzionale collaborano con esperti che studiano modelli cellulari ed animali di malattie umane e ricercatori clinici che effettuano sperimentazioni nell’uomo”. (Nac/ Dire)

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