Garante Marziale su soppressione Terapia Intensiva Pediatrica di Cosenza

“La struttura Commissariale dell’AO di Cosenza con il nuovo Atto Aziendale (pubblicato ma in attesa di approvazione da parte del Commissario ad Acta e della Giunta Regionale) prescritto dal DL 35/2019, cosiddetto Decreto Calabria, ha deciso scientemente di riportare la Pediatria calabrese indietro di decenni”. Lo afferma in una dichiarazione il Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Antonio Marziale. “In spregio a tutta la legislazione sanitaria nazionale e regionale in favore dell’assistenza pediatrica e accampando inconsistenti motivi di razionalizzazione delle attività, i Commissari dell’azienda ospedaliera cosentina hanno di fatto cancellato la Terapia Intensiva Pediatrica Calabrese relegandola a semplice appendice di quella dedicata agli adulti. In definitiva non più posti letto, attrezzature e competenze professionali dedicate all’età pediatrica”. “A partire dal “Progetto Obiettivo Materno-Infantile” del 2000 e fino alla Conferenza Stato-Regioni del dicembre 2017 (linee d’indirizzo per l’appropriatezza degli standard assistenziali in area adolescenziale e pediatrica), passando per il DM 70/2015 (definizione degli standard ospedalieri), tutta la legislazione nazionale – prosegue Marziale – ha stigmatizzato l’importanza che l’area pediatrica mantenesse una netta separazione di strutture, mezzi e personale da quella per adulti. Nei DEA (dipartimenti di emergenza e accettazione) di secondo livello e per bacini d’utenza di 2 milioni di residenti è prevista la distinzione tra Terapia Intensiva Adulti e quella Pediatrica (l’AO di Cosenza soddisfa tali requisiti). Per quel che attiene alla legislazione regionale, il DCA 89/2017, che integra i DCA 64/2016 (Riorganizzazione della rete ospedaliera regionale) e 123/2016 (istituzione della Terapia Intensiva ad Alta Specialità Pediatrica) individuava l’AO di Cosenza come hub di secondo livello sede della Terapia Intensiva pediatrica della regione. La Direzione Strategica dell’AO di Cosenza prendeva atto del DCA 89/2017 e con le Delibere 617/2017 (adeguamento attrezzature e definizione del piano formativo del personale) e 239/2018 (inizio delle attività assistenziali) concretizzava la TIP in Calabria”. “E i risultati di poco meno di diciotto mesi di attività – evidenzia Antonio Marziale – certificano il buon andamento della struttura cosentina: quarantanove i ricoveri tutti ad alta intensità e complessità di cura; due i trasferimenti provenienti da fuori regione (Osp. Bambino Gesù e Osp. Umberto I di Roma) per continuazione di cure a bambini ricoverati presso quelle strutture ma residenti in Calabria; tre i trasferimenti fuori regione per diagnostica e terapia non eseguibili in sede; due, purtroppo, i decessi di piccoli affetti da patologie multiple e complesse”. “A cui è doveroso aggiungere la formazione professionale del personale demandato al funzionamento della struttura di Tpi (Terapia pediatrica intensiva): un dirigente medico (master in cardiologia dell’età evolutiva – Univ. Bologna); un dirigente medico (master in terapia intensiva pediatrica – Univ. Messina); quattro dirigenti medici (corso in emergenze pediatriche – Osp. Fatebenefratelli di Roma); otto infermieri (moduli del master in nursing in terapia intensiva pediatrica – Univ. Cattolica di Roma); un corso in sede per 30 partecipanti (casi critici in TIP – Prof. Piastra e Dr. Genovese dell’Univ.  Cattolica di Roma).  Tutto ciò in ISO risorse con l’U.O.C. di Neonatologia e per un bacino d’utenza di bambini fino ad 1 anno di età che, alla fine del primo triennio, attraverso la formazione e l’ampliamento delle attrezzature, sarebbe dovuto arrivare agli otto anni di età”. “Oggi, tutto il lavoro, l’impegno, i sacrifici fatti per avviare e far crescere in Calabria un presidio di civiltà a favore dei bambini, tra le classi più trascurate di questa nostra Calabria – sottolinea Marziale – vengono cancellati come non fossero mai esistiti. Voglio infine ricordare che la Tpi a Cosenza è stata possibile grazie alla mia insistenza e alla condivisione, con l’emissione del relativo Decreto, degli ex Commissari Scura e Urbani. E faccio mia anche la preoccupazione del dott. Domenico Minasi, presidente della sezione calabrese della Società italiana di Pediatria, che ho interpellato, secondo il quale “non è più il tempo di soluzioni estemporanee o unilaterali, ma è invece necessario un progetto organico che rafforzi la riorganizzazione delle cure pediatriche ospedaliere in Calabria. E la terapia intensiva pediatrica deve restare nell’ambito specialistico in cui è stata originariamente prevista. Alla luce di quanto detto, concludo: la Terapia pediatrica intensiva di Cosenza non si tocca e va implementata al massimo delle sue potenzialità di funzionamento”.

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