Borbotti (Ass. Reggionamenti): “L’Inail ai tempi del coronavirus”

“L’INAIL reggina ai tempi del coronavirus” potrebbe essere il titolo di un servizio mediatico che volesse testimoniare “l’altra” prima linea nell’emergenza Covid-19, quella dei Centri Medico Legali – distribuiti sul territorio – dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.”

Lo afferma il Presidente dell’Associazione “Reggionamenti”, Augusto Borbotti, che aggiunge: “oltre quella degli ospedali e degli ambulatori della sanità pubblica e/o privata, che svolge con encomiabile professionalità il suo mandato, vi è una sanità parallela, quella degli enti pubblici non economici, il cosiddetto Parastato, che parimenti esercita attività sanitaria di controllo – o di Prime Cure come in Calabria – per quei cittadini-lavoratori che sono tutelati contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

E’ l’INAIL; che quotidianamente riceve presso i suoi ambulatori medico-legali una moltitudine di infortunati e tecnopatici, assicurando loro visite medico-legali, consulenze specialistiche ed anche indagini diagnostiche di eccellenza.

Alla Sede INAIL di Reggio Calabria – ed alle sue Sedi di pertinenza: Palmi, Locri e Vibo Valentia – si riversano giorno dopo giorno “a visita” centinaia di uomini e donne che lavorano sul territorio, ma anche – per normativa d’Istituto – coloro che, pur prestando attività lavorativa in altre regioni, sono autorizzati, in occasione d’infortunio, previa certificazione e condizioni non eccezionali, a rientrare al proprio domicilio per avere assicurato il sostegno familiare nel periodo di inabilità temporanea.

Da questo scenario di prestazioni sanitarie – continua il Presidente di “Reggionamenti”, Augusto Borbotti – ne discende e prende forma “l’altra prima linea nell’emergenza coronavirus”, quella sostenuta dai Dirigenti Medici, dagli specialisti a Rapporto Libero Professionale, dai fisiatri, dagli infermieri e dai tecnici di radiologia INAIL “a contatto” con innumerevoli soggetti che esplicano la loro attività professionale in territori, situazioni e condizioni tra le più differenti e divergenti.

Anche a loro, anche a questi operatori sanitari lontani dai riflettori mediatici va riconosciuta dedizione professionale per l’attività lavorativa “a rischio” che espletano nel contatto quotidiano con gli assistiti. Anche negli ambulatori INAIL, ha concluso Augusto Borbotti, vige e si celebra un vincolo di appartenenza ad una categoria, quella sanitaria, consapevole che in questi momenti di emergenza deve essere un avamposto di professionalità e di solidarietà.”

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