Arezzo. Filma se stesso con smartphone mentre punta arma carica verso la strada. Rintracciato e denunciato

Nel tardo pomeriggio di ieri, Domenica 22 Marzo, in alcune chat è stato diffuso un video in cui si poteva notare una persona che, autoriprendendosi con il telefonino dal balcone di casa, iniziava a brandire una pistola, verosimilmente autentica e munita di caricatore, esibendola e puntandola più volte in maniera continuata sulla strada, con chiaro intento intimidatorio e minatorio, pronunciando frasi del tenore: “adesso per strada non c’è più nessuno, la gente finalmente ha capito che per la Chiassa non ci deve più passare”.  Da quello che si notava dalle immagini ritratte dal video stesso, in strada in quel momento stava passeggiando un uomo insieme ad una bambina, ignari di quello che stava accadendo sul balcone dell’abitazione da cui l’autore del video brandeggiava l’arma. Del video veniva a conoscenza il personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Arezzo, che prontamente seguitava ad analizzarlo confrontando banche dati e aiutandosi con applicativi di mappatura del territorio al fine di individuare il soggetto autore del video. Dopo pochissimi minuti veniva individuato il punto preciso ripreso nel video, riconosciuto per la SS della Libbia (quindi una strada a grande scorrimento), nonché identificato il soggetto per M.M., aretino di anni 51. Le pattuglie della Squadra Volanti si recavano immediatamente sul posto, trovando l’uomo in possesso di una dozzina di fucili e due pistole, tra cui quella utilizzata per realizzare il video incriminato, nel frattempo diventato virale nei “gruppi Whatsapp” degli abitanti del posto. L’uomo, che si mostrava pentito del gesto, era in possesso dello smartphone con cui aveva registrato la allarmante sequenza, poi da lui divulgata via social presso amici e conoscenti. Le armi sono state ritirate e l’uomo denunciato alla Procura della Repubblica da parte dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Arezzo.

 

fonte  — https://questure.poliziadistato.it/Arezzo/articolo/10985e78f463c87b8086841939

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