Coronavirus. Sondaggio online: lockdown giusto, ma partiti tardi

8.000 Risposte indagine Federconsumatori: male politici-giornali

(DIRE) Bologna, 10 Apr. – Regioni piu’ affidabili del Governo, social network piu’ seguiti di giornali e siti istituzionali. E la sensazione che il lockdown sia stato giusto, ma partito in ritardo. E’ la fotografia che emerge dall’indagine on line “Coronavirus: come cambia la nostra vita” voluta da Federconsumatori e realizzata da Ires Emilia-Romagna, che ha registrato per ora 8.000 accessi e 6.000 questionari compilati integralmente. La compilazione, sottolinea una nota di Federconsumatori Emilia-Romagna, trova una forte concentrazione in questa regione, ma trova di rilievo anche in Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Sicilia e Campania. Il 70% del campione e’ rappresentato da donne ed il 60% da over 45. Gli occupati sono circa il 60% con una quota relativa di lavoratori autonomi pari al 20%. Quote consistenti si raggiungono anche nelle categorie delle casalinghe, disoccupati e pensionati. Ebbene “nella gestione della emergenza Covid-19, tutti i soggetti godono di larga fiducia ma la dimensione fiduciaria e’ massima verso il sistema sanitario nazionale e la protezione civile mentre sul piu’ stretto piano istituzionale sono le regioni, rispetto al Governo, a godere di piu’ ampia fiducia”. Per il 66% del campione finora raccolto, la “reazione delle istituzioni italiane all’emergenza Covid- 19, tuttavia, e’ adeguata ma in ritardo”. Si conferma come l’informazione dei cittadini, anche in periodo emergenziale, passi attraverso la televisione (nazionale) e i social network (che superano i siti istituzionali e i giornali on line) e poco o nulla attraverso i quotidiani cartacei. Complessivamente, il tenore dell’informazione e’ giudicato essere “giustamente allarmista” dal 72% del campione. Sempre nell’ambito informativo, il campione tende a far affidamento agli scienziati, ai servizi di volontariato e al medico di famiglia “mentre continua a nutrire diffidenza verso la figura del politico e del giornalista”. Di fronte al Coronavirus, la “fonte di maggior preoccupazione per il nostro campione e’ la salute dei propri cari, in primo piano, seguita immediatamente dalle ricadute sul sistema economico, prima ancora della preoccupazione per la propria salute”. Infine, spiega ancora la nota, la larga maggioranza (oltre il 90%) afferma di “rispettare sempre le misure restrittive del comportamento individuale”. Rispetto ai contenuti delle restrizioni, il campione si spacca in due. Meta’ ritiene le restrizioni “adeguate ma confuse” mentre l’altra meta’ “adeguate e chiare”. Complessivamente, il campione ritiene che la pandemia portera’ ad una maggiore valorizzazione della sanita’ pubblica. (Bil/ Dire)

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