Coronavirus. Tensione tra USA e Cina. Le accuse reciproche…

Coronavirus e pandemia, sapremo mai la verità?… E’ questo uno degli interrogativi più popolari a tutte le latitudini del globo. La tesi che ha riscosso il maggior favore dell’opinione pubblica è quella che ritiene il covid-19 nato nel laboratorio di biogenetica di Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei in Cina, e diffusosi inizialmente nella provincia stessa. Una tesi smentita dal Governo di Pechino che invece accredita la nascita del virus a situazioni contingentemente causali avvenute nel mercato pubblico di Wuhan. Donald J. Trump,  si è sempre dimostrato scettico riguardo quest’ultima tesi, anzi ultimamente è andato contro parte dell’intelligence americana che in qualche modo avvalorava la tesi del mercato. Sono di qualche giorno fa le dichiarazioni pubbliche del segretario di Stato americano, Mike Pompeo, e dell’ex stratega della Casa Bianca, Steve Bannon a rincarare la dose contro la Cina sull’incidente in laboratorio, per il quale avrebbero anche le prove a sostegno di quanto esposto, in una delle conferenze dal numero uno della Casa Bianca. Gli avversari politici dei Repubblicani ritengono che sia solo un modo per sviare l’attenzione su eventuali colpe nell’affrontare la pandemia da covid-19 negli USA; sono molti i decessi nel Paese che è apparso in difficoltà.  Certo c’è da rilevare che una serie di fattori: alta densità, elevata mobilità pubblica e privata e libertà di circolazione, hanno fanno degli Stati Uniti il “paziente” ideale per il nuovo coronavirus. Se si valutassero questi aspetti si capirebbe il perchè di questa diffusione tanto veloce quanto letale e difficilmente controllabile dell’infezione da covid-19.

Le affermazioni di Pompeo «Ci sono prove sostanziali che il Coronavirus sia nato in un laboratorio i Wuhan» sono gravissime e fanno, comunque, riferimento ad una situazione di fatto già esistente e pregressa che vede gli USA in lotta con la Cina per il primato economico e politico nel mondo. Gli Stati Uniti avevano già imposto dei dazi per rispondere a presunte scorrettezze economiche del gigante asiatico. Ed ancora: «Non è la prima volta che siamo colpiti da un virus per colpa di errori nei laboratori cinesi», questo è un dato di fatto incontrovertibile, sono diverse le epidemie nate e diffuse dalla Cina a cui il mondo ha dovuto far fronte, basta una semplice ricerca su Google.

E’ del 30 Aprile la dichiarazione di Trump «Ho delle prove, ma non le posso dire». Qualcuna tra le grandi testate internazionali tenta di sminuirla evidenziando che il Presidente spesso si lascia trasportare emotivamente nelle sue conferenze ma questa volta Donald Trump ha l’avallo dei servizi, non solo americani ma anche dei 5 alleati storici USA (Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda). La prova sarebbe la campagna mirata alla disinformazione sul covid-19 messa in atto dal governo di Xi Jinping. In effetti se si fa mente locale è imbarazzante la schizzofrenia delle informazioni su questa infezione\influenza, sulla sua diffusione, sulle cure, sulle pratiche da seguire per il contenimento, non ultimo sulla possibilità di un vaccino ed infine sul ruolo chiave degli asintomatici. Una cosa è certa il covid-19 era presente in Cina già a Ottobre, o forse addirittura prima ma il Governo locale ha dapprima minimizzato e poi nascosto la verità al mondo. Che oggi l’OMS, dopo non averne azzeccata una sulla pandemia (colpevolmente o no questo saranno il tempo e le indagini  a dirlo), ci dica che la tesi della nascita del  nuovo coronavirus nel laboratorio di Wuhan sia una teoria fantasiosa lascia davvero il tempo che trova! Imbarazzante da qualsiasi punto di vista la si voglia osservare. Basti ricordare che Pechino aveva risposto alle prime accuse di Trump con la la teoria del virus portato da un soldato americano durante i Giochi mondiali militari, a Wuhan tra il 18 e il 25 Ottobre.

Traccia del coronavirus sarebbe stata trovata inizialmente in buona parte di quei 10 mila militari provenienti da tutti i paesi del mondo. Una tesi stupida anche a rigor di logica! Se qualcuno avesse voluto infettare la Cina, non sarebbe stato necessario rischiare su atleti super controllati in competizioni ufficiali ed internazionali militari, sarebbe bastato mandare un qualunque “turista” infetto a tossire e starnutire in giro nelle zone più affollate e turistiche. Ovviamente il regime comunista cinese è passato al contrattacco tramite il suo quotidiano più importante definendo Pompeo e Bannon come “una coppia di clown bugiardi”.

La tensione tra i due Stati è alle stelle, per Pechino le accuse sono infondate e oggi l’OMS gli fa da spalla su questo argomento. L’Occidente ha dimenticato troppo frettolosamente, grazie ai vantaggiosi rapporti commerciali intessuti con la Cina, fondati spesso su un costo della manodopera ridicolo, che quest’ultimo è un paese dove le libertà personali, di pensiero e di culto sono molto ristrette e controllate dallo Stato o in alcuni casi quasi inesistenti. Sono adesso attese le prove degli americani  che convalidino la tesi che vede il Wuhan Istitute of Virology come luogo di nascita del virus, struttura che era stata già segnalata negli anni per la pericolosità dei “lavori”  per i quali risultava inappropriata ed insicura. Se così fosse la Cina avrebbe pesanti responsabilità sulle morti causate da questa pandemia e sui danni di carattere economico da essa scaturiti.

 

FMP

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.