Conte in minoranza, Di Maio costruisce un asse orientato a destra?

di Peppe GiannettoNon solo Salvini e il Centrodestra pronti ad alzare le barricate, in troppi hanno accumulato troppi motivi di rancore e di distanza dal presidente Conte. Sul groviglio delle regolarizzazioni dei migranti che lavorano nei campi, le badanti o le colf “in nero” risorgono le tante, discordanti e inconciliabili “anime” del M5S, agguerrite come nei giorni delle dimissioni di Luigi Di Maio.

Non si tratta solo della corrente cosiddetta “filo sovranista”, ma anche dei tanti “vip”, stanchi al succedersi ai continui cedimenti in nome dello stare al governo e per forza con il Pd. Ed è per questo che anche il responsabile e attuale capo politico Vito Crimi, è costretto a districarsi costantemente in delicati equilibri e in questa circostanza ha dovuto sposare la linea “dura”. Non è stato semplice dover cannoneggiare il governo con queste frasi: “Una sanatoria di questo tipo avrebbe effetti ‘morali’ devastanti sul Paese” Anche perché, come chiarisce un membro del governo, «l’accordo domenica concretamente c’era».

Solo che, certamente, non era stato preso in considerazione un elemento: che l’ala favorevole al premier Conte, sull’articolo migranti-caporalato, rischia di essere quasi sicuramente in inferiorità numerica a livello parlamentare. «Siamo arrabbiati, qui c’è Italia dei Valori che alza costantemente la posta e vuole un pretesto per uscire dalla maggioranza», si sfogano tutti mentre abbandonano Montecitorio. E a molti, nel Movimento Cinque Stelle, non è piaciuto neanche l’irruzione televisiva fatta dal titolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, che ha proclamato lo scioglimento di tutti gli intrichi politici. Il tema è che, al di là del criterio, alla maggior parte dei politici non gradiscono in sostanza la direttiva voluta dalla ministra Teresa Bellanova. «È un condono inutile, che toglie lavoro agli italiani e non scongiura il rischio dello sfruttamento», chiarisce un parlamentare vicino ai dossier economici. Su questo punto s’intreccia un altro tipo di inquietudine che serpeggia nel Movimento. La “direttiva Bellanova”, secondo i M5S, boccia la circostanza che possano essere assunti nei lavori stagionali i titolari del Reddito di cittadinanza, loro “vecchia e vetusta ormai bandiera”. Tanto da fantasticare la mozione nel volerli utilizzare per chi lo percepisce «a sentinella» per il distanziamento nelle spiagge libere»!

Un dato che “tormenta” è la levata di scudi sulle regolarizzazioni che rischia di provocare uno scontro aperto con il premier Giuseppe Conte, dopo la lunga e prolungata tregua del coronavirus. Ed è in questa ottica che s’intercala la partita interna al Movimento. Una partita che solo la pandemia del Covid-19 ha sospeso. «Disgraziatamente i nodi politici stanno riemergendo e sarà così fino agli Stati generali…», espone una fonte del Movimento. Nel «no» alla disposizione Bellanova compare e s’innalza il punto strategico di Di Maio. Il suo convincimento è che occorre dire «no» a quella che viene definito un condono. Ed è una posizione su cui si va realizzando, un’asse sì ortodosso, ma spostato politicamente e astutamente più a destra: quello che vede in trincea buona fetta della squadra dei parlamentari campani e siciliani.

La tregua tra i “big” da Di Maio a Roberto Fico, da Paola Taverna a Alessandro Di Battista, appare quanto mai traballante e instabile. Nel segno di una zuffa per la leadership futura del Movimento che balla tra “l’ombra” della guida di Conte e il rischio di una vera rottura nei Cinque Stelle. Ecco il Di Maio vicino alle posizioni “ filo sovranista” della Lega di Salvini e di Fratelli d’Italia della Meloni, che confermano il fermo ‘MAI’ rispetto a qualunque teoria di condono sugli illeciti compiuti” . Non si può immaginare che possano farla franca chi si è insudiciato di caporalato, di sfruttamento delle persone. Questo significherebbe, tra l’altro, anche prendersi gioco di tutte quelle imprese corrette che bensì hanno sempre rispettato le leggi e rispettato i diritti dei lavoratori. Se si vuole dare un’indicazione forte e chiara, si dovrebbero aggravare le pene e aumentare i controlli e niente condoni.

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