Ponte sullo Stretto, Vizzari: “Seguire il ‘modello Genova’. Calabria e Sicilia aspettano da troppo tempo”

“Fa piacere sentir parlare in questi giorni di realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera che si ripresenta con cadenza ciclica sulla bocca di politici e amministratori locali, che ho sempre sostenuto e considerato vitale per lo sviluppo economico del nostro territorio”. Lo sostiene in una nota Roberto Vizzari, già Sindaco di San Roberto e presidente della Associazione socio-politica CambiaMenti.  “Sin dai tempi dei miei studi universitari in quel di Messina, ho seguito le vicende della allora Società Ponte sullo Stretto SpA e ho continuato ad interessarmi dell’argomento negli anni successivi, nei panni di Sindaco e di Presidente dell’Associazione dei Sindaci dell’area dello Stretto. Tante le iniziative realizzate sul tema: su tutte una manifestazione con la quale, insieme agli altri colleghi amministratori, rendevamo pubblico il nostro “Sì” all’importante opera.

Ora, ritengo, sia giunto il momento di realizzarla. Di farlo perché è quello di cui ha bisogno questo territorio. Di sostenere questa idea con maggiore forza per ottenere lavoro e sviluppo economico”. “Ancora di più – sostiene Vizzari – per il momento storico che stiamo attraversando. In questa fase, che ha conosciuto il dilagare del Coronavirus, con le gravissime conseguenze sociali, economiche e imprenditoriali che ne sono derivate, la realizzazione del Ponte sullo Stretto rappresenterebbe un colpo di reni importante per la nostra nazione: ideologicamente, simbolicamente, infrastrutturalmente. Sarebbe la dimostrazione plastica che possiamo guardare al futuro con fiducia, che le cose possono realmente cambiare.

Il Ponte sullo Stretto porterebbe benefici incredibili che a cascata si rifletterebbero su tutte le altre infrastrutture regionali: reti stradali e ferroviarie in primis. Rappresenterebbe quella soluzione tanto ricercata per permettere alla Calabria di uscire dall’isolamento in cui si trova e a cui in questi anni è stata condannata. Che l’ha vista spogliata delle proprie menti migliori e delle proprie risorse”. E aggiunge: “Come dopo ogni periodo di buio, di grave depressione, tocca rimboccarsi le maniche e ricostruire questo nostro meraviglioso Paese.

Per farlo abbiamo il dovere di affrontare ogni ragionamento con metodi, logiche e strategie politiche nuove. Il ‘Modello Genova’ ci dimostra che gli italiani, quando vogliono, le cose le sanno fare e bene,che la malapolitica può essere abbattuta e che la burocrazia può essere bypassata. Il che non vuol dire aggirare i vincoli legislativi ma tener conto delle norme che regolano un determinato settore per poi rapportarle con il fattore tempo che è la vera variabile determinante di questo rapporto. Dobbiamo agire, dobbiamo farlo in fretta. La Calabria e la Sicilia aspettano ormai da troppo tempo”.

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