Horcynus Festival Reggio Calabria, energia e ritmo a Ecolandia con Fanfara Station e Piero Crucitti. Stasera “Quanto resta della notte” di Salvatore Arena

La coproduzione con Mana Chuma Teatro in scena alle ore 21 sulla terrazza del Castello Aragonese

Sonorità di un Mediterraneo antico e contemporaneo, ritmo coinvolgente e prorompente energia. Un tripudio di note, dal sound popolare e moderno, tradizionale ed elettronico, ha accesso il palco di Ecolandia in occasione del concerto di Fanfara Station, con le vivaci incursioni dell’organettista reggino Piero Crucitti. Trascinante questa tappa del viaggio nella Musica Nomade proposto dai direttori artistici della sezione dell’Horcynus Festival Reggio Calabria, Giacomo Farina e Luigi Polimeni.

Ancora intensità, anche se in una dimensione più intima, attende il pubblico questa sera in occasione dello spettacolo “Quanto resta della notte” di e con Salvatore Arena, la coproduzione Horcynus Festival e Mana Chuma Teatro, Compagnia reggina Premio Nazionale Critica 2019. Appuntamento alle ore 21 sulla suggestiva terrazza del Castello Aragonese. L’evento è inserito nel cartellone dell’Estate Reggina.

Musica d’autore, tratta dall’album “Tebourba” e da quello in uscita a breve, creatività, improvvisazione accordate con il talentuoso Piero Crucitti, su un palcoscenico pieno di strumenti, ognuno dei quali portatore di tradizioni e storie desiderose di incontro e condivisione. Così il trio Fanfara Station – Marzouk Mejri, cantautore e polistrumentista tunisino, Charles Ferris, trombettista statunitense, e  Marco Dalmasso, in arte Ghiaccioli e Branzini, dj e produttore torinese residente a Firenze – ha entusiasmato il pubblico di Ecolandia.

I Fanfara Station, con due loop station, beats contemporanei, tromba, trombone e una inedita varietà di strumenti della tradizione tunisina animata da percussioni scascika, tar, bendir, darbuka, tabla e tromba, trombone, clarinetto e tre fiati tunisini (nay, mizued e ocra), ha fuso le sue sonorità con il flauto armonico, l’organetto a 8 bassi, il doppio flauto e il tamburello di Piero Crucitti. Ne è nata una intesa fantasiosa e brillante.

“La Musica testimonia che il Mediterraneo è unico – ha commentato il cantante Marzouk Mejri – anche se le identità sono tante, eterogenee e composite e le sonorità, come i colori di un mosaico immenso e bellissimo, sono molteplici e variopinte. La nostra è certamente una musica del Mondo Mediterraneo in cui risuonano, contaminandosi costantemente, sonorità della cultura arabo-andalusa, culla come la lingua del Maghreb di anima araba, turca, francese, spagnola, italiana, ritmi balcanici e sound contemporanei. E’ stata una bellissima esperienza incontrare Piero Crucitti e suonare insieme a lui. E’ un musicista pieno di energia e talento, custode prezioso di tradizioni ma anche aperto alle novità e alla diversità”, ha concluso il Marzouk Mejri.

“Sono curioso e per questo suonare con i Fanfara Station mi ha molto divertito. E’ stata una avventura entusiasmante. Chi non pone resistenza a ciò che non conosce ma lo esplora con gioia, lo accoglie e si lascia trasportare, si dona il privilegio di vivere un’esperienza arricchente e unica e di sperimentare la condivisione. Questo è anche la musica per me”, ha commentato Piero Crucitti.

Dalla musica al teatro. Stasera alle ore 21, la terrazza del Castello Aragonese di Reggio Calabria, farà da cornice allo spettacolo “Quanto resta della notte” di e con Salvatore Arena.

Rinsaldando un’importante e virtuosa consuetudine, Horcynus Festival si pregia di produrre questo spettacolo con Mana Chuma Teatro, Compagnia reggina insignita del Premio Nazionale Critica 2019 anche per la sua capacità di sperimentare, di confrontarsi con l’identità culturale e storica del territorio meridionale e di promuovere “Una ricerca tra parole, gestione segni che anima un costante percorso di sperimentazione approdato anche nell’Horcynus Festival promosso dalla Fondazione Horcynus Orca, di cui Mana Chuma è tra i fondatori. Spunti e suggestioni di un sud arcaico, vitale e vibrante di colori e tradizioni che si mescolano ad un’attenzione costante alle istanze di un territorio dolente ma pulsante di vita e che trama i lavori della compagnia. Narrazione, sperimentazione anche in luoghi “altri” al teatro si fondono poi ad un impegno civile che si fa grido di libertà e bellezza”. Questo un brano estratto dalla motivazione del Premio.

Lo sguardo al Domani – in lingua araba “Ghadaan” – proposto dall’Horcynus Festival Reggio Calabria in questa occasione sarà, dunque, quello di Salvatore Arena, autore regista e interprete di “Quanto resta della notte”.

“Il testo nasce dalla necessità di andare oltre la notte – spiega Salvatore Arena – per immaginare un tempo dedicato all’amore, per vivere la malattia come guarigione, la morte della madre come riavvicinamento di un figlio alla vita. Un atto d’amore dunque. La storia è un susseguirsi di ricordi, che risvegliano nel cuore del protagonista, Pietro, la verità nascosta. Migliaia di parole collocate nell’arco quotidiano di tre giorni – spiega ancora l’attore e regista – una via crucis in cui una madre va spegnendosi perché rinasca il figlio, come a partorirlo due volte a questo mondo. Un attore, in scena, vincolato al racconto, inchiodato, costretto in quello spazio e in quel tempo a non distogliere il corpo da ciò che gli accade dentro, senza alcuna via di fuga. Quanto resta della notte è un urlo muto, quieto-inquieto, cosparso di lacrime e rimorso, sacrificio necessario, gesto estremo nel silenzio”, conclude Salvatore Arena.

Attore regista e drammaturgo, nato in Calabria, cresciuto in Sicilia e adesso residente in Emilia Romagna, Salvatore Arena (vincitore del Premio Ubu e del premio Eolo) ha collaborato con artisti importanti quali Marco Baliani, Letizia Quintavalla, Scimone e Sframeli. Dal 2002 codirige Mana Chuma Teatro, sviluppando con Massimo Barilla un percorso di ricerca tra forme altre di narrazione e nuova drammaturgia (“Spine” finalista Premio Ustica 2003).

“Siamo particolarmente contenti di poter caratterizzare la sessione teatrale ‘Migrazioni tra terra e mare’ dell’Horcynus Festival Reggio Calabria anche con questo spettacolo, intimo e intenso, che consolida la tradizione, alla quale teniamo molto, di inserire una coproduzione Mana Chuma Teatro e Festival nel programma. In questo viaggio a ritroso, intimo e doloroso, che affonda le radici nei rapporti familiari irrisolti, un figlio, attraverso la memoria e tutto ciò che essa lascia riemergere, ritrova, quando sta per essere troppo tardi, ciò che di importante aveva lasciato indietro”, commenta Massimo Barilla, direttore artistico per il Teatro”.

Altro appuntamento di spessore per Horcynus Festival, uno dei filoni della triplice e ormai consolidata articolazione – Horcynus Educational Festival rivolta agli studenti, Horcynus Lab Festival e Horcynus Festival – incentrata su ricerca, sperimentazione e visione didattica e laboratoriale. Appuntamento con Horcynus Lab Festival, i prossimi 21-22-23 settembre, a Capo Peloro a Messina, dove sono in programma dei seminari internazionali con intellettuali provenienti da tutto il mondo.

Nel pieno rispetto delle norme antiCovid, che garantiscono sicurezza al pubblico, tutto è pronto per il prossimo appuntamento targato Horcynus Festival Reggio Calabria, grazie all’impegno della Fondazione Horcynus Orca e della direzione artistica di Franco Jannuzzi per il Cinema, Massimo Barilla per il Teatro, Giacomo Farina e Luigi Polimeni per la Musica, al cofinanziamento della Regione Calabria e al patrocinio del Comune di Reggio Calabria.

Ph di Marco Costantino

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