Messina. In carcere i responsabili di gravi e allarmanti episodi riconducibili a motivi di gelosia

Eseguita all’alba di stamani dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Messina la misura cautelare emessa dal Tribunale di Messina a carico di due messinesi, entrambi gravati da pregiudizi di polizia, ritenuti responsabili dei reati di danneggiamento aggravato, minacce aggravate, porto e detenzione illegale di armi da sparo, detenzione illegale di munizioni, detenzione illegale di arma comune da sparo clandestina ed alterata.

In carcere i responsabili di una vera e propria faida familiare insorta per motivi di gelosia che ha causato gravi episodi verificatisi nella zona sud di Messina a partire dallo scorso ottobre. Il lavoro di indagine della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, ha permesso di ricostruire la vicenda e attribuire le responsabilità a carico degli odierni arrestati. La richiesta di applicazione della misura di massimo rigore scaturisce dall’evidenza di una condotta allarmante e assai grave. Gli odierni arrestati non hanno esitato in più occasioni ad affrontarsi pubblicamente, minacciandosi vicendevolmente, utilizzando armi a scopo intimidatorio ed esplodendo colpi di arma da fuoco in strada e in pieno giorno, noncuranti del rischio di poter attingere eventuali passanti ignari.

Gli accertamenti effettuati nel corso delle indagini sui luoghi, nonché sui predetti e gli abiti indossati, al fine di rilevare la presenza di eventuali residui di polvere da sparo (cosiddetto Stub), hanno confermato l’utilizzo di armi da fuoco. Il rinvenimento su una terrazza condominiale sovrastante l’abitazione di uno degli arrestati di un fucile a canne mozze con matricola abrasa, nonché di bossoli e cartucce, seppur sequestrati a carico di ignoti, ha consentito di raccogliere ulteriori elementi idonei a definire i contorni della vicenda. Al termine delle formalità di rito, i destinatari della misura cautelare sono stati trasferiti alla locale casa circondariale.

fonte  — https://questure.poliziadistato.it/Messina/articolo/11845f5b4f7f5f11f249717049

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