Migranti. Rivolta e fuga da un centro ad Agrigento

(DIRE) Palermo, 7 Ott. – “Questa notte si e’ verificata l’ennesima rivolta di migranti, ad Agrigento, dove gli ospiti del centro di accoglienza di viale Cannatello al Villaggio Mose’ hanno appiccato un incendio, aggredito i poliziotti con un lancio di oggetti di ogni genere ferendone tre, prima di allontanarsi nonostante fossero in quarantena. Queste vicende si verificano con una frequenza allarmante, ma invece sono ormai vissute come fossero normali, e questo e’ inaccettabile”. A dirlo e’ Valter Mazzetti, segretario generale della Federazione sindacale della Polizia di Stato, secondo cui “circa 65” ospiti della struttura, per lo piu’ tunisini, hanno dato vita a una rivolta, “lanciando contro le forze dell’ordine estintori, reti dei letti, parti di finestre mandate in frantumi, pietre – prosegue – e altri oggetti di ogni genere”. “La situazione attuale in tante zone del territorio italiano dovrebbe costringere a rivedere completamente i sistemi di sorveglianza in queste strutture che sono bombe ad orologeria sul piano anzitutto sanitario considerata l’emergenza coronavirus, ma anche sociale e dell’ordine e sicurezza pubblica – evidenzia -. Cio’ che piu’ ci preme e’ l’apparente assoluta indifferenza per le condizioni di lavoro in cui operano le forze dell’ordine in questo settore, abbandonate completamente a rischi elevatissimi senza che si riesca a nascondere che la problematica della gestione dei migranti, aggravata enormemente dall’emergenza Covid 19, viene scaricata totalmente sulle loro spalle. La politica dell’immigrazione compete a chi ci governa, ma non e’ ammissibile – continua Mazzetti – fingere di poterla sostenere a prezzo della salute degli operatori in divisa”. Secondo il segretario generale alcuni migranti sono riusciti ad allontanarsi dal centro dove erano sottoposti alla quarantena: “Feriti 3 agenti del Reparto mobile di Palermo”, segnala. “Praticamente ovunque, in queste strutture – conclude Mazzetti – i migranti rifiutano di rimanere in quarantena. Le rivolte e le fughe di massa sono continue, e noi non siamo numericamente in grado di affrontarle, ne’ abbiamo protocolli chiari in tal senso. Rischiamo sistematicamente il massacro, mentre vengono commessi reati gravissimi”. (Com/Sac/Dire) 12:08 07-10-20

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