Covid. Miozzo (Cts): Hotel e medici di base riducono pressione ospedali

“Attivazione del privato può aiutare, ma è importante monitorare”

(DIRE) Roma, 2 Nov. – “La pressione sull’ospedale deve diminuire e in questo e’ fondamentale l’intervento dei medici di famiglia. È stato raggiunto un difficile accordo con il ministro Speranza, proprio perche’ scontiamo decenni di distrazione sulla Salute del territorio. Il medico di famiglia e’ stato abbandonato a se stesso, benche’ sia una categoria fondamentale per consentire al sistema di funzionare in maniera adeguata”. Cosi’ Agostino Miozzo, medico e coordinatore del Cts, riflettendo con l’agenzia Dire sulle misure che saranno contenute nel prossimo Dpcm. “La stragrande maggioranza di pazienti covid che arriva in ospedale puo’ tranquillamente essere curata, trattata e monitorata a domicilio attraverso la presenza attiva del medico di famiglia. Inoltre- ribadisce Miozzo- vanno allestiti i Covid hotel. Alcune regioni lo hanno fatto, altre no”. Quando si e’ positivi ci sono solo due possibilita’: “Hai una casa che ti consente di avere un bagno, una cucina e una stanza riservata per non inquinare il resto della famiglia, oppure devi uscire da casa. Il Covid hotel e’ strutturato per quello”. Inoltre, “l’anziano in difficolta’ puo’ essere assistito in un Covid hotel dove puo’ esserci un’assistenza sanitaria minima. La persona in ospedale che esce dalla terapia intensiva, sub intensiva, o dal periodo di terapia ma che deve rimanere in osservazione, puo’ lasciare il suo letto ed andare in un Covid hotel monitorato tutte le mattine da un sanitario. Il Covid hotel creerebbe un punto di sollievo alle strutture sanitarie prese d’assalto”. Questi sono tutti “aspetti di organizzazione e attivazione del territorio- sottolinea il coordinatore del Cts- ma deve esserci un indirizzo strutturato centrale nei confronti del sistema periferico”. Di certo “l’attivazione del privato e del privato convenzionato puo’ aiutare, ma e’ importante monitorare affinche’ non ci siano speculazioni drammatiche che in emergenza spesso si vedono. Non serve una sovrastruttura di monitoraggio centrale- conclude- le regioni possono farlo con un percorso concertato e omogeneo nell’intero territorio nazionale”. (Rac/ Dire) 15:49 02-11-20

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